Giovedì 21 Novembre 2024
Non raggiunta la maggioranza qualificata. Si rivoterà entro il 30 giugno


S. Teresa. De Luca vuol uscire dall'Unione ma in Consiglio gli mancano i numeri

di Andrea Rifatto | 17/06/2014 | POLITICA

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La seduta del Consiglio comunale

Nella seduta di Consiglio comunale che doveva passare alla storia come l’addio di S. Teresa di Riva all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, la maggioranza del sindaco Cateno De Luca impatta con la dura legge dei numeri e si vede costretta a rimandare la fuoriuscita dal tanto contestato ente sovracomunale. Sembrava fatta al momento della votazione, quando con gli otto voti favorevoli di “Libera S. Teresa” e i quattro contrari della minoranza, era stata decisa l’abrogazione della deliberazione consiliare del 24 aprile 2004, che aveva sancito l’ingresso della cittadina rivierasca nell’Unione, formata da 12 comuni del comprensorio. Numeri che però non sono bastati a rendere immediatamente esecutiva la deliberazione, in quanto trattandosi di un atto che sancisce l’uscita da un ente, per la sua approvazione è richiesta la maggioranza qualificata dei 2/3 dei consiglieri assegnati. Dieci dunque i voti necessari: gli otto componenti della maggioranza (assente il consigliere Carmela Rigano mentre Carlo Naccari si trovava momentaneamente fuori dall’aula) non sono bastati a far sì che l’atto divenisse esecutivo, costringendo il presidente del civico consesso, Danilo Lo Giudice, non dopo qualche attimo di smarrimento, a rinviare ad una prossima seduta la votazione della proposta. Per mettere la parola fine alla permanenza del Comune di S. Teresa nell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani il Consiglio comunale dovrà adesso essere riconvocato entro il 30 giugno: e la maggioranza dovrà presentarsi al completo, per garantire i dieci voti essenziali al raggiungimento della maggioranza qualificata.

De Luca: "L'Unione degli sprechi e delle imbecillità"
Sull’argomento il dibattito in aula si era concentrato sulla volontà del primo cittadino, Cateno De Luca, di chiudere definitivamente il capitolo Unione dei Comuni, dove S. Teresa di Riva da tempo si sente un pesce fuor d’acqua: per De Luca in dieci anni è possibile contare solo spese folli per 8-10 milioni di euro, suddivise tra consorzi, consulenze ed altre attività che non hanno portato a nulla di produttivo. “L’Unione è morta - ha ribadito dinanzi al Consiglio – e si è caratterizzata per sprechi ed imbecillità. Non è stata possibile alcuna forma di collaborazione con gli altri Comuni - ha proseguito il sindaco - nonostante avessimo provato ad avviare delle attività, come ad esempio per la valorizzazione del percorso nel torrente Agrò. Ma ci è stato risposto picche”.
Il gruppo di minoranza ha sostenuto invece come la fuoriuscita dall’ente causerà la perdita della leadership del comprensorio per la città di S. Teresa, sottolineando come non abbia senso parlare di altre forme di collaborazione, come un comune unico, che andrebbe a svolgere gli stessi servizi che al momento rientrano tra le competenze del'ente di gestione sovracomunale. “Il rischio – secondo il capogruppo di “Città Libera, Antonio Di Ciuccio – è che dopo questa decisione gli altri comuni si chiudano ad ogni eventuale forma di collaborazione”. Concetto ribadito anche dal consigliere David Trimarchi, che ritiene necessario il dialogo con gli altri comuni per l’avvio di una strategia di area vasta, pallino di De Luca, in opposizione all’uomo (o al comune) solo al comando. Di Ciuccio, pur essendo concorde che il bilancio di questi anni di attività dell’Unione dei Comuni sia negativo e come il fallimento sia imputabile a tutti gli attori coinvolti in questi anni, ha rivendicato poi il lavoro svolto durante i mesi della sua presidenza, dalla progettazione dello svincolo autostradale all’avvio dell’iter per la realizzazione della strada di collegamento S. Teresa-Antillo.
Ma Cateno De Luca è ormai risoluto nel voler avviare la fase 2.0 della politica comprensoriale: o fusione con gli altri centri della vallata o S. Teresa artefice in solitaria del proprio destino. E ha voluto precisare come l’atto di recesso non sia una ripicca per la mancata adesione dei colleghi sindaci della vallata al suo progetto di comune unico.
La maggioranza segue la linea tracciata dal primo cittadino: “Dobbiamo scappare dall’Unione - ha commentato il capogruppo Sandro Triolo – perché non ha svolto la pluralità di funzioni che la legge le ha assegnato: in questi anni non abbiamo visto nessuna presa di posizione su questioni come edilizia scolastica, servizi sanitari ed altri temi che hanno interessato la vita dei comuni che ne fanno parte”.
Ma quando già si pensava al futuro, ci si è dovuti confrontare con la realtà. L’appuntamento per l’addio di S. Teresa di Riva all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani è però solo rimandato: spetterà al monocolore deluchiano il passo finale, mentre la minoranza potrebbe disertare la seduta. “Chi ha voluto l’uscita dall’Unione ha il dovere di garantire i numeri in aula” ha commentato un componente della minoranza a microfoni spenti. E come dargli torto? 

Più informazioni: consiglio comunale s. teresa  politica santa teresa di riva  unione dei comuni  


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 18/06/2014 alle 12:52:52

A non funzionare non è solo il contenitore, ma sopratutto i soggetti e la mentalità. Se non cambia il modo di vedere e di sentire, se non si cambia l'approccio alle questioni, se non si guarda al di là del proprio naso, del proprio cortile, non si può volare. In matematica si studiano i massimi e minimi, quelli assoluti e quelli relativi: ecco noi abbiamo tanti massimi relativi (al proprio Comune), ma questi non amano confrontarsi con gli altri, temendo di essere sminuiti. Tutti questi massimi relativi sono però molto al di sotto dell'estremo superiore che spesso è all'infinito. I miei genitori mi hanno insegnato a guardare sempre alle persone a me superiori: solo così potevo migliorare. Nella nostra zona abbiamo tanti "narcisi", beati nel loro cortiletto! Peccato che a farne le spese è la comunità che resta al palo ... nella speranza del salvatore della patria ... che mai arriverà!

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