Santa Teresa e la centralità perduta del Consiglio comunale: così sparisce la politica
di Andrea Rifatto | 24/03/2025 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 24/03/2025 | POLITICA
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Il Consiglio comunale è formato da 12 componenti
Se fosse un film lo potremmo intitolare “Santa Teresa di Riva e la centralità perduta del Consiglio comunale”. Ma è la pura e triste realtà di un’assise che ormai da alcuni lustri non è più il centro del dibattito politico della città. L’aula, infatti, non riesce a “decollare” dal punto di vista del confronto dialettico tra chi governa la città e chi deve evidenziarne le criticità o avanzare proposte alternative. Negli ultimi tredici anni il Consiglio comunale non è mai stata la vera “agorà”, quella piazza centrale della polis greca dove si svolgeva la vita politica e sociale della città, ma un’assise quasi marginale e mai centrale nel discutere le questioni che riguardano la comunità. Il “blocco monocolore” di maggioranza, che governa ormai dal 2012, ha sicuramente influito nel far quasi spegnere il confronto, a differenza del passato quando le maggioranze formate da esponenti di diversi partiti assumevano posizioni spesso contrastanti sui temi da discutere ma intervenivano comunque nelle sedute, mentre oggi il gruppo che fa capo all’Amministrazione comunale si limita a ratificare le decisioni che giungono in aula senza alcuna discussione, neanche quel “minimo sindacale” che imporrebbe una dichiarazione di voto da parte del capogruppo per spiegare i motivi della decisione assunta. In Consiglio comunale non si è mai assistito ad un confronto argomentato e qualificato tra maggioranza ed opposizione, su dinamiche importanti per la città che vanno al di là delle appartenenze politiche. E per la seconda volta, nel giro di pochi anni, si è verificato a Santa Teresa di Riva un fenomeno insolito, ossia la formale sparizione del gruppo di minoranza, con due abbandoni come nella scorsa legislatura: un ruolo, quello di consigliere di minoranza, evidentemente visto come poco utile agli interessi della collettività e soggetto a critiche da parte di chi, nonostante sia stato eletto per svolgere un ruolo di controllo dell’attività del governo cittadino e anche di proposta, preferisce la comoda vita di un inconcludente posizione indipendente che fa solo comodo alla maggioranza, automaticamente rinforzata dall’indebolimento dello schieramento che dovrebbe contrastarla. Situazioni che rendono il Consiglio comunale marginale e mai centrale, un’assise con scarso “appeal” per i cittadini come certificano le sedute poco o nulla partecipate dalla gente, anche se un “aiuto” in tal senso arriva dalla visione dei filmati in remoto. E si sbaglia a pensare che occorra necessariamente uno scontro per stimolare la gente ad assistere allo “spettacolo”: si può fare sana opposizione anche senza dover alzare la voce, instaurando un sano contraddittorio di idee e visioni differenti della città. Appare impensabile che l’aula consiliare, che avrebbe in teoria tanti argomenti da poter trattare, non trovi poi in realtà l’occasione, lo spunto, quello scatto di reni per affrontare determinati argomenti: la massima assise cittadina, per riappropriarsi della centralità del ruolo che merita, ha bisogno di dibattiti di spessore. Ed anche la politica locale, che sta sempre più scomparendo.