Santa Teresa, l'Imu al massimo divide la politica: disputa su crisi di famiglie e imprese
di Andrea Rifatto | 03/03/2025 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 03/03/2025 | POLITICA
659 Lettori unici
Botta e risposta in Consiglio comunale
Le percentuali rimangono uguali. E le contestazioni anche. A Santa Teresa di Riva il Consiglio comunale ha dato il via libera con sette voti della maggioranza (assente Mariella Di Bella) alla conferma delle aliquote Imu per il 2025, mentre i consiglieri di minoranza Nino Bartolotta e Cristina Pacher (assente Martina Lombardo) hanno espresso voto contrario e l’indipendente Santino Veri si è astenuto. Restano, dunque, le aliquote massime dello 0,60% per abitazione principale nelle categorie A1, A8, A9 e pertinenze (C2, C6 e C7), aumentabile fino allo 0,68% in sostituzione della maggiorazione Tasi; dell’1,06% per immobili ad uso produttivo gruppo D (aumentabile fino all’1,14%); 0,10% per fabbricati rurali strumentali; 1,06% per altri fabbricati, terreni agricoli e aree fabbricabili (in quest’ultimo caso aumentabile fino all’1,14%). L’acconto dovrà essere versato entro il 16 giugno, il saldo entro il 16 dicembre. «La conferma non è un fatto assolutamente positivo per la comunità - ha detto Bartolotta - l’Imu incide notevolmente sull’economia del paese oggi depressa e indebolita, sulle famiglie e sulle attività produttive. Il fatto che vi sia una montagna di debiti dimostra come la gente non possa pagare, molte persone non riescono ad arrivare a fine mese per il sostentamento della famiglia o dell’attività. Il comparto turistico andrebbe spinto in una certa direzione per farlo crescere, invece è abbandonato a se stesso e vive di iniziative private - ha sostenuto l’esponente di opposizione - il commercio è in crisi e non si vedono persone nei negozi, anche a causa degli acquisti nei centri commerciali e online. E come si pone rimedio? Confermando le stesse aliquote?». Secondo Bartolotta, l’Amministrazione dovrebbe rinunciare a spese superflue per mandare un messaggio e dare la speranza che si possano rimettere in gioco le risorse ingenti che i contribuenti devono pagare per l’Imu: «Non voglio pensare che non ci sia la possibilità di tagliare qualche spesa per ridurre qualche tassa - ha concluso rivolgendosi all’Amministrazione - non ci convincerete mai che in questo paese non si possono abbassare le tasse». Tesi respinte dal sindaco Danilo Lo Giudice: «La comunità non è depressa ma tutt’altro - ha risposto - nel 2012 abbiamo trovato un comune prettamente commerciale in grandi difficoltà e abbiamo fatto passi in avanti sia sotto il profilo commerciale che sotto quello turistico, che era inesistente, e sono nate tante strutture ricettive in un contesto in espansione, dove sicuramente si deve continuare a investire. L’Imu sulla prima casa non si paga - ha ricordato lo Giudice - e sono pochissimi i commercianti possessori di immobili, in quanto quasi tutti affittuari, quindi riducendo l’Imu non si agevola l’esercente ma il proprietario che prende già l’affitto. Sono il primo a voler abbassare le tasse, non le farei pagare a nessuno, ma dobbiamo essere coscienziosi - ha sottolineato - un punto percentuale di Imu vale 250mila euro, se abbassiamo l’imposta dobbiamo trovare le risorse mancanti, potremmo eliminare l’asilo nido, la mensa scolastica, la Notte bianca o il Carnevale, sono scelte, ma anche le manifestazioni sono importanti e aiutano l’economia. Per affrontare le questioni servono i soldi in bilancio, che non può essere ingessato - ha concluso - e la scelta di non diminuire le tasse è legata alla necessità di poter contare sulle risorse così da poter amministrare e prendere decisioni, altrimenti sarei un sindaco passacarte. E non è quello che voglio».