Santa Teresa, Veri divorzia da Bartolotta e lascia la minoranza: oggi l'addio in aula?
di Andrea Rifatto | ieri | POLITICA
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Tra Bartolotta e Veri distanze ormai incolmabili
La crisi era aperta ormai da mesi, adesso è arrivato il momento del divorzio. A Santa Teresa di Riva il gruppo di minoranza consiliare si appresta a perdere il consigliere Santino Veri, che al giro di boa della legislatura saluta la compagine nella quale è stato eletto alle Amministrative del 2022 per assumere una posizione indipendente in Consiglio comunale. Una decisione maturata nelle ultime settimane e che, a meno di clamorosi ripensamenti, verrà ufficializzata nella seduta di oggi pomeriggio, quando Veri annuncerà la sua uscita dalla compagine “Noi per Santa Teresa di Riva” per proseguire il suo mandato in solitaria. Un addio, quello deciso dal consigliere della frazione Misserio, dettato da varie motivazioni e da episodi che sommati lo hanno portato a non condividere più la linea politica del capogruppo Bartolotta. Una fuoriuscita che si ripeterà esattamente dieci anni dopo, visto che nel 2014 divenne indipendente dopo due anni e mezzo dalle elezioni. Già ad ottobre il leader dell’opposizione ha fatto vacillare il consigliere con il caso del “salto della quaglia”, spiegando che «il politico che cambia casacca prima si prepara il terreno in cui deve atterrare, poi quello da cui deve partire creandosi alibi per non perdere la faccia e poi dirà che non condivide più l'operato del gruppo di appartenenza. Ma sono tutte cavolate - la tesi bartolottiana - perchè nessuno vi dirà mai che tradisce per un suo tornaconto personale». Affermazioni che Santino Veri non ha gradito, soprattutto perchè esternate pubblicamente, senza che sia valso a nulla il tentativo di Bartolotta di provare a spiegare che fossero riferite al contesto politico taorminese. La crisi, in realtà, si era aperta già in primavera, esattamente il 22 aprile, quando i consiglieri Bartolotta, Pacher e Veri hanno presentato l’interrogazione su “infiltrazioni mafiose” dopo l’arresto del progettista del Piano urbanistico generale: un atto dai contenuti duri, nel quale si arrivava a paventare «l’introduzione del malaffare nel palazzo comunale del nostro paese ed il conseguente rischio di assistere alla nascita del Pug con il metodo mafioso”. Veri ha sottoscritto quell’interrogazione, non rendendosi conto dell’esatto contenuto ritenuto poi diverso da quanto discusso con i colleghi, vedendosi costretto poche ore dopo a chiarire la sua posizione affermando di essere garantista e di prendere le distanze dalle esternazioni social di Bartolotta, che in un intervento aveva attaccato duramente l’Amministrazione. E il 20 novembre, quando il capogruppo gli ha sottoposto un’interrogazione sul Pug, Veri si è rifiutato di firmarla (poi non è stata presentata perchè lo stesso giorno è stato pubblicato l’avviso per la ricerca dei progettisti) e la rottura è divenuta ufficiale. Modi di condurre l’attività politica diametralmente opposti che evidentemente non potevano convivere: Bartolotta ha infatti rimproverato più volte a Veri di rischiare di essere “corteggiato” dal sindaco, ma il consigliere ha sempre ritenuto di agire con l’obiettivo di ottenere risultati per la sua comunità di appartenenza (senza tralasciare gli scopi elettoralistici). Adesso proseguiranno su strade diverse.