Sant'Alessio, aggiornato il Piano di riequilibrio. Foti: "Non serviva, fu eccesso di zelo"
di Andrea Rifatto | 01/06/2019 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 01/06/2019 | POLITICA
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Il dibattito in Consiglio sul Piano di riequilibrio
Via libera dal Consiglio comunale di Sant’Alessio all’attualizzazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale approvato a gennaio 2017. La richiesta di modificare il documento era arrivata il 14 febbraio dal Ministero dell’Interno, anche alla luce di una sentenza della Corte costituzionale, in una nota nella quale non sono state sollevate eccezioni in merito alla sostenibilità e conseguentemente alla solidità del Piano. “Così come richiesto abbiamo attualizzato il Piano di riequilibrio reimpostando i dati di bilancio con i Rendiconti 2015, 2016 e 2017 e con il Previsionale 2018 – ha spiegato in aula il sindaco Giovanni Foti – ma per quanto riguarda la massa debitoria non cambia nulla, in quanto i 750mila euro di debiti riconosciuti allora rimangono tali e ne restano da pagare 142mila, mentre i debiti potenziali si aggirano su 1,5 milioni di euro, tra cui 133mila del lodo arbitrale dopo la sentenza di secondo grado rispetto ai 450mila paventati. L’importante è che si rispettino gli impegni e l’Ente non vada in dissesto” ha sottolineato Foti. La delibera è stata votata dai cinque consiglieri di maggioranza in aula (assenti Giovanni Saccà e Virginia Carnabuci), mentre i tre di minoranza si sono astenuti dopo aver chiesto il rinvio dell’argomento e la costituzione di un tavolo tecnico per affrontare congiuntamente e risolvere celermente diverse incongruenze evidenziate dal consigliere di opposizione Giuseppe Bartorilla, “nell'esclusivo interesse del Comune evitando di vanificare l'enorme lavoro prodotto dagli Uffici ed i sacrifici richiesti alla cittadinanza per il risanamento dell'ente, i cui obiettivi di piano sono stati pienamente condivisi anche dall'attuale amministrazione” è stato evidenziato. Ma la maggioranza ha deciso di approvare comunque la delibera vista l’urgenza procedendo a correggere eventuali errori e integrare la documentazione mancante da inviare al Ministero dell’Interno. “Il Piano di riequilibrio non era necessario, ma abbiamo deciso di mantenerlo perché non c’erano i tempi tecnici per cambiarlo” ha poi ribadito il sindaco Giovanni Foti, dopo che il capogruppo di minoranza Concetto Fleres ha sostenuto come l’aver approvato la rimodulazione sia la dimostrazione di come fosse invece indispensabile nonostante il sindaco abbia sempre pensato il contrario, “altrimenti lo avrebbe revocato dopo il suo insediamento” ha aggiunto. E allora il primo cittadino ha spiegato una volta per tutte come la pensa. “Il Piano è stato redatto per ripianare 750mila euro di debiti, che potevano essere coperti nel bilancio triennale con un piccolo sforzo in più, considerato che ne abbiamo già pagati 608mila circa. Invece sono stati inseriti anche debiti potenziali per 1,5 milioni di euro che a mio avviso potevano essere lasciati “dormienti”, come ad esempio le parcelle di alcuni tecnici che mi hanno detto di essersi visti costretti a inviarle perché hanno ricevuto una lettera dall’Amministrazione con la quale veniva chiesto se avanzassero somme”. Foti ha poi sottolineato come il Comune avanzi crediti per 1,4 milioni del canone idrico, 1,3 per la Tari, oltre 2 milioni per l’Imu: “Come si fa a fare un Piano di riequilibrio per 750mila euro di debiti quando vi sono 4 milioni di crediti? È stato un eccesso di zelo. Dopo il mio insediamento potevamo cambiarlo ma i tempi erano stretti e bisognava fare un nuovo riaccertamento dei residui. In sostanza un Comune che avanza 4 milioni non può andare in riequilibrio 750mila euro”. Dalla minoranza Giuseppe Bartorilla, ex assessore al Bilancio, ha precisato che i professionisti avevano inviato le parcelle già negli anni precedenti e non su richiesta dell’Amministrazione.