Giovedì 21 Novembre 2024
Scongiurato il rischio di dissesto. Da pagare debiti per 2,5 milioni di euro


Sant'Alessio, approvato il Piano di riequilibrio: dieci anni di sacrifici per i cittadini

di Andrea Rifatto | 11/01/2017 | POLITICA

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L'intervento in Consiglio dell'assessore Bartorilla

La notte ha portato consiglio e Sant’Alessio Siculo ha scansato il dissesto finanziario. Il Consiglio comunale ha infatti approvato ieri sera il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2016-2025, che prevede il ripianamento di poco meno di 2,5 milioni di euro di debiti nei prossimi dieci anni per evitare che il Comune si veda costretto a dichiarare il default. In seconda convocazione, dopo la sospensione della prima seduta di lunedì per l’abbandono dell’aula da parte della maggioranza, vistasi spalle al muro e senza i voti necessari a far passare la proposta per la fuoriuscita del consigliere Rosario Trischitta, si è registrata una improvvisa folgorazione sulla via di Damasco dello stesso Trischitta, che dopo aver dichiarato in prima convocazione che il dissesto finanziario sarebbe stato il male minore rispetto al Piano di riequilibrio, è tornato sui suoi passi presentandosi in aula e votando favorevolmente la proposta dell’assessore al Bilancio Giuseppe Bartorilla, passata con i cinque voti del presidente del Consiglio Giuseppe Pasquale, che in apertura dei lavori ha chiesto all'assemblea di votare in modo responsabile, dei consiglieri Donatella Molino, Nunziata Cannavò, Trischitta e Bartorilla, che ricopre la doppia carica. Scongiurato, quindi, il rischio di dover dichiarare il dissesto finanziario dell’Ente, soluzione che sarebbe stata inevitabile in caso di una bocciatura in aula. Il Piano verrà adesso inviato al Ministero dell’Interno, per la relativa istruttoria, e alla Corte dei conti, che dovrà esprimersi in merito alla sua validità. Il Consiglio ha inoltre approvato a maggioranza la rideterminazione dei piani di rientro con le società Unicredit Factoring Spa e Cooperativa Giovanni XXIII; il riconoscimento di sei debiti fuori bilancio derivanti da ordinanze e sentenze; la presa d’atto dell’approvazione del Piano di alienazione e valorizzazione dei beni immobili comunali; l'approvazione dello schema di convenzione per la segreteria tra i Comuni di Sant’Alessio e Graniti; l’approvazione del piano di razionalizzazione delle società partecipate; il Piano triennale di razionalizzazione delle spese dell’Ente e il Bilancio di previsione 2016/2018, che ricalca i primi tre anni del Piano di Riequilirio.

Cosa prevede il piano di riequilibrio. La manovra di risanamento redatta dall’Amministrazione del sindaco Rosa Anna Fichera, con il supporto degli Uffici e i suggerimenti dell’esperto esterno in materia finanziaria, Angelo Scandura, ammonta complessivamente a 2 milioni 482mila 275 euro, che si riferiscono per 782mila 275 euro a transazioni e debiti fuori bilancio inerenti la spesa corrente (legali, imprese); 1 milione 530mila a debiti per spese di investimento da ripianare tramite ricorso all’indebitamento presso la Cassa depositi e prestiti e che sono frutto, una parte, di incarichi di progettazione di opere pubbliche conferiti nel passato e un’altra parte per il lodo arbitrale per i lavori di costruzione della barriera soffolta, primo lotto funzionale e debiti connessi. Altri 170mila euro fanno parte di un fondo per coprire le spese del contenzioso in essere. Per incrementare le entrate e rendere sostenibile il Piano, l’Amministrazione ha deciso di raddoppiare l’addizionale comunale Irpef a carico dei cittadini (aumento votato dal Consiglio con i cinque voti favorevoli della maggioranza e i quattro contrari dell’opposizione), che passa dal 4 all’8 per mille con un gettito previsto di 125mila euro annui rispetto i 55mila attuali. Aumentata anche di circa il 30% la tariffa dell’acquedotto, per la copertura del 100% del costo del servizio. L’assessore al Bilancio ha difeso le scelte adottate, ritenute idonee, ricordando come la prossima amministrazione potrà eventualmente rimodulare il Piano di riequilibrio, mentre il dissesto avrebbe pregiudicato tutto senza lasciare margine di manovra per gli amministratori comunali. "Dire che è un Piano non sostenibile è puro terrorismo - ha rimarcato Bartorilla - e non si tratta di un pre-dissesto". Anche il vicesindaco Giuseppe Cacciola ha respinto l’ipotesi di fallimento, “peggiore delle soluzioni”, rivendicando che l’Amministrazione uscente non va ricordata solo per aver aumentato le tasse ma anche per altre iniziative adottate per il paese.

Il gruppo di minoranza ha ribadito che si avranno pesanti ricadute sui cittadini, “spaventati da ciò che li attenderà per i prossimi 10 anni”, ritenendo che “le soluzioni del Piano siano inadatte a essere sostenute nel tempo in quanto il ricorso all’aumento delle tasse non tiene conto delle difficoltà economiche in cui versano buona parte dei cittadini, già ampiamente vessati, che potrebbe comportare il mancato versamento delle imposte e quindi un mancato introito per il Comune”. “L’abbandono dell’aula in prima convocazione da parte dei consiglieri di minoranza e soprattutto di Bartorilla, che riveste la doppia carica di assessore al Bilancio e consigliere comunale – hanno evidenziato Giuseppe Riggio, Daniela Carnabuci, Nunzio Moschella e Pietro Trovato – ci sembra un atto gravissimo di autosfiducia, come se in quel Piano di riequilibrio tanto voluto neppure lui credesse a sufficienza. Ci piacerebbe conoscere i motivi del rinvio, forse si voleva tentare un’ulteriore e più mirata azione di convincimento verso chi aveva preso le distanze?”. L’opposizione ha criticato la manovra sottolineando come “per fare cassa la prima e unica soluzione venuta in mente sia stata quella di addossare sui cittadini il peso del forte debito che grava sul Comune. Un comodo paracadute per non affrontare responsabilità amministrative di chi ha gestito con leggerezza la cosa pubblica”.

Al di là dell’esito della votazione e degli improvvisi ripensamenti che ieri sera hanno consentito all’Amministrazione di chiudere il mandato senza l’”onta” di aver dichiarato fallimento, è ormai consolidato lo sfaldamento della compagine di maggioranza che alle elezioni del 2012 ha sostenuto il sindaco Fichera. Il primo cittadino può contare ormai sull’appoggio di soli due-tre consiglieri, mentre il resto del gruppo guarda già ad altri lidi in vista delle amministrative di primavera. Le numerose assenze in aula sono state un ennesimo segnale, qualora ve ne fosse ulteriormente bisogno, della sfiducia nutrita verso sindaco e assessori da quanti al termine dei cinque anni ritengono come l’esperienza dell’ultima legislatura sia stata negativa e non abbia prodotto i risultati attesi. Nella seduta di ieri sera, che aveva al centro della discussione un’eventualità non di poco conto come quella di aprire le porte del dissesto, si è notata anche la mancanza del primo cittadino, commentata da qualcuno come un voler abbandonare la nave nel momento di difficoltà. Assenza giustificata dal sindaco per motivi di salute, che magari si sono rivelati “utili” anche per evitare di dover commentare in aula le dichiarazioni di chi è stato in questi anni una “spina nel fianco” per l’Esecutivo. L’approvazione del Piano di riequilibrio ha lasciato inoltre delusi alcuni oppositori politici, come l’ex sindaco Giovanni Foti e il candidato sindaco in pectore Franco Santoro, presenti tra il pubblico, che contavano di assistere all’atto finale dell’Amministrazione Fichera. Per il quale dovranno attendere ancora qualche mese. 

Più informazioni: piano di riequilibrio sant'alessio  


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