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Sant'Alessio, chiariti i "misteri" del Cst Messenia: tante attese ma pochi risultati
di Andrea Rifatto | 02/03/2017 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 02/03/2017 | POLITICA
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La seduta di Consiglio durante la quale si è discusso del Cst
Che benefici ha ottenuto il comune di Sant’Alessio Siculo dall’adesione al Centro Servizi Territoriali Messenia, struttura per lo sviluppo del governo elettronico, costituitasi con l’adesione di 39 comuni della provincia di Messina con capofila S. Alessio, che nel 2013 ha ottenuto un finanziamento da 995mila euro per il progetto “Acquisizione di beni e servizi finalizzati all’e-inclusion e sviluppo di forme associative di e-governement”? Pochi, secondo quanto è emerso in Consiglio comunale nel corso della discussione “stimolata” da un’interrogazione del gruppo di minoranza. I consiglieri Giuseppe Riggio, Daniela Carnabuci, Nunzio Moschella e Pietro Trovato hanno chiesto in particolare quali beni e servizi siano serviti all’efficientamento della macchina amministrativa del Comune, visto che il 31 ottobre scorso il vicesindaco, Giuseppe Cacciola, ha approvato con urgenza su proposta del responsabile unico del procedimento, il geometra Tindaro Faliano, il quadro economico finale e la relazione conclusiva sui risultati. Il documento certifica una spesa di 983mila 782 euro, di cui 942mila per la fornitura delle attrezzature e di quanto previsto dal bando e 41mila per spese di gara e della stazione appaltante, e dichiara che l’opera è stata completata e che è in uso e fruibile dai destinatari del progetto. La gara d’appalto del progetto è stata espletata dal Consorzio Tindari-Nebrodi e aggiudicata nel dicembre 2014 al Consorzio Stabile Nexus di Avola, che il 30 novembre 2015 ha trasmesso la comunicazione di fine lavori. Il 14 dicembre dello stesso i due collaudatori nominati dal Consorzio Tindari Nebrodi hanno certificato che i lavori sono stati eseguiti secondo il progetto impiegando personale qualificato e che le attività sono state ultimate entro i termini “Siamo il Comune capofila del Cst Messenia e non potevamo non certificare la regolare esecuzione del progetto per inviare tutta la rendicontazione alla Regione” – ha spiegato lo stesso Cacciola, che ha poi elencato i servizi ottenuti. “L’iniziativa prevedeva la creazione di hardware e software per mettere in rete i dati e a S. Alessio sono arrivati dei plotter per stampare tavole progettuali di grandi dimensioni ed è stato creato un sito web-gis con una cartografia digitale che sovrappone tutte le informazioni relative a concessioni edilizie, titoli di proprietà, frazionamenti e consente ricerche catastali e l’emissione di certificati di destinazione urbanistica. Uno strumento utilizzabile anche per la lotta all’evasione fiscale”. Peccato, però, che il sito venga utilizzato solo saltuariamente, come attestato dall’Ufficio Urbanistica, nonostante due dipendenti abbiano partecipato tra aprile e maggio dello scorso anno a un apposito corso a Letojanni, mentre i plotter giacciono inutilizzati da oltre quattro anni nei locali dell’ex ufficio di collocamento. “Dal Cst abbiamo inoltre avuto l’assistenza tecnica per la progettazione dell’efficientamento energetico del municipio e per la redazione del Paes – ha aggiunto il vicesindaco – e abbiamo chiesto una consulenza tecnica per l’aggiornamento del Prg”. L’Amministrazione non sembra comunque soddisfatta dei benefici ricevuti: lo scorso luglio il sindaco Rosa Anna Fichera dichiarò che il Cst è “un contenitore creato dal precedente sindaco (Giovanni Foti, ndc) e nella nomina di esperto (avvenuta nel 2012 dopo le elezioni amministrative) ho specificato che avrebbe dovuto occuparsi del Cst. Nei tre anni che hanno preceduto le sue dimissioni (presentate nel 2015) avrebbe potuto spacchettare e tirare fuori non so quanti servizi: si diceva ad esempio di una piattaforma d’interscambio informativo mettendo in rete il portale della Regione con quello del Cst e a cascata quello del Comune, un valido strumento oltre che per dare servizi anche per raccogliere idee e suggerimenti dal territorio. Tra i servizi propagandati – ricordò Fichera – avremmo dovuto fruire di Pec, protocollo informatico, aggiornamento della toponomastica, digitalizzazione di strumenti urbanistici, recupero crediti”. Tutto rimasto sulla carta.