S. Alessio, ridotta l'Imu per negozi e imprese. La minoranza: "Favoriti gli albergatori"
di Andrea Rifatto | 04/04/2018 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 04/04/2018 | POLITICA
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Il confronto tra Bartorilla e la maggioranza
Via libera dal Consiglio comunale di Sant’Alessio Siculo, con i soli voti della maggioranza (assente Alessandra Marisca), alla riduzione dell’aliquota Imu dallo 0,86 allo 0,76 per mille nei confronti di esercizi commerciali, attività produttive alberghi e tutte le categorie rientranti nella categoria D. La proposta è stata illustrata dal presidente Domenico Aliberti, che ha spiegato come con la riduzione dell’aliquota si avrà una minore entrata di 40mila euro per il Comune ma comunque verrà garantita una previsione di gettito per il 2018 di 596mila euro, importo superiore alla previsione di incasso del 2017, pari a 536mila. “Grazie al lavoro svolto dagli Uffici di Segreteria e Ragioneria e a una migliore proiezione dei nostri conti pubblici si è deciso di intervenire sulle aliquote relative alle categorie commerciali riducendole di un punto percentuale – ha detto Franco Santoro, vicesindaco con delega al Bilancio - chiaramente non si tratta di grandi cifre ma sicuramente un inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni c'è, sperando di poter continuare il lavoro svolto si qui ottenendo risultati ancora più importanti”. Soluzione su cui la minoranza, presente in Aula solo con il consigliere Giuseppe Bartorilla, ha espresso voto contrario, chiedendo il ritiro della proposta e consegnando un documento a firma di tutte e tre i consiglieri, perché a detta del gruppo “Cambiavento” il taglio dell’Imu rischierebbe di inficiare la futura programmazione dell’Ente rendendo poco attendibili le previsioni di bilancio con conseguente mancato rispetto anche delle connesse previsioni del Piano di riequilibrio, oltre che contraria ai nuovi principi sulla contabilità armonizzata. “Gli incassi per Imu 2017 al 31 dicembre ammontano a 450mila euro – ha evidenziato Bartorilla – pertanto si prevede di poter incassare e accertare entro il 30 aprile a una somma che sicuramente non supererà 460mila euro. Quindi i 596mila euro a supporto della riduzione dell’aliquota Imu per i fabbricati D risultano sovrastimati e se inseriti in bilancio rischiano di creare dei veri e propri buchi. Nel rendiconto di gestione 2017, per il caso specifico, non potrà che confermarsi, quindi, l’accertato/incassato pari a 460mila euro e bisognerà poi partire da questo importo per le previsioni 2018-2020, che ad aliquote invariate non potranno superare, a nostro parere, la cifra ponderata di 536mila euro. La proposta in discussione viola – ha proseguito – le previsioni del Piano di riequilibrio, in cui è previsto un incremento delle entrate con 1,5 milioni nel 2018: con la riduzione dell’Imu si rischia invece di non rispettare le previsioni. Non viene rispettato poi il principio di equità, essendo la riduzione rivolta solo ad una stretta cerchia di portatori di interessi e fra questi spiccano gli albergatori. A nostro avviso - ha concluso Bartorilla - sarebbe opportuno ed equo prevedere qualche lieve riduzione di aliquota per tutti i cittadini e rimaniamo disponibili alla costituzione di un tavolo tecnico anche in sede di Commissione consiliare bilancio ai fini della formulazione di proposte alternative che abbiano come obbiettivi principali, la tutela degli equilibri di bilancio ed il rispetto degli obiettivi del piano di riequilibrio, agevolando al contempo, in maniera equa, tutti i cittadini indistintamente”.