Scaletta, scontro sulle indennità di carica: “Impegno tradito”. “Spese per la gente"
di Andrea Rifatto | 31/12/2015 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 31/12/2015 | POLITICA
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Gabriele Avigliani e Domenico Cifalà
Toni infuocati nell’ultima seduta di Consiglio comunale a Scaletta Zanclea. A far scoccare la scintilla, nel corso della discussione su una variazione da 196mila al Bilancio al Previsione 2015 dovuta a spese legali e somme per saldare i costi della fornitura di energia elettrica e del servizio acquedotto, è stata la richiesta di chiarimenti avanzata dal capogruppo di minoranza Domenico Cifalà in merito alle indennità di carica incassate dagli amministratori. Cifalà ha esordito in aula dichiarando come ritenga legittimo che siano percepite le spettanze previste, visto l’impegno che viene profuso da parte degli amministratori comunali, e che la rinuncia alle stesse sia ascrivibile all’ambito squisitamente personale di ciascuno. “I proclami della campagna elettorale costituiscono però impegni formali con la cittadinanza – ha evidenziato il capogruppo – e pertanto chi faceva della rinuncia all’indennità motivo preponderante della propria propaganda elettorale, quasi a voler tracciare un solco di moralità col passato, nel momento in cui oggi la percepisce sta disattendendo gli impegni assunti e sta tradendo la fiducia degli elettori che lo hanno votato”. Sulla questione è intervenuto il sindaco Gianfranco Moschella, precisando che il percepire l’indennità di carica possa sembrare un voler tradire il patto elettorale ma che nella realtà non è così: “Nel 2013 e nel 2014 si è rinunciato alle somme destinandole ad un fondo di solidarietà istituito nel bilancio in seguito al piano di riequilibrio finanziario pluriennale – ha spiegato il primo cittadino di Scaletta. Fondo che nel 2015, con la dichiarazione di dissesto, non può più essere creato. Parlando con il commissario è emerso come nella situazione di dissesto tutto ciò che nella parte spesa non viene impegnato e pagato costituisce un’economia che serve per pagare i debiti pregressi – ha proseguito – per cui è preferibile percepire l’indennità di carica anziché rinunciare alla stessa e di conseguenza costituire un’economia di spesa e con essa pagare i debiti pregressi”. Il vicesindaco Avigliani ha risposto nel corso della seduta che le indennità percepite da lui e dagli assessori vengono spese per iniziative a favore della comunità scalettese e per altre attività di cui si preferisce non fare pubblicità. “Con quelle somme abbiamo acquistato le luminarie natalizie, abbiamo aiutato il Banco alimentare e realizzato altre piccole iniziative in paese – ha aggiunto oggi –. Voglio ricordare che per i primi due anni il 50% delle indennità sono state destinate al pagamento dei debiti ereditati dal passato – prosegue Avigliani – e che da consigliere di minoranza avevo proposto nel 2009 che si destinassero tali somme per il fondo pro alluvionati ma l’Amministrazione del tempo non volle farlo. L’intervento di Cifalà dai banchi dell’opposizione è legittimo ma non vi è nessun tradimento – sottolinea il vicesindaco –: l’importante è che le nostre spettanze vengano investite sul territorio e non per fini personali. Va detto inoltre che in tutto ciò non si tiene conto delle nostre professionalità messe a disposizione del palazzo municipale, che consentono altri risparmi all’Ente”.
Risposta non condivisa da Cifalà, che ha replicato dicendo che quando in campagna elettorale si parlava di rinuncia alle indennità già si sapeva che il Comune fosse in dissesto. “Non mi riferivo però al sindaco, di cui ritengo ammirevole la scelta di devolvere la propria indennità alla Protezione civile – ha dichiarato in Consiglio – ma agli altri amministratori, in particolare al vicesindaco Gabriele Avigliani, quale maggiore sostenitore della rinuncia alle indennità in campagna elettorale, che invece adesso stanno percependo le somme, tra l’altro maggiorate del 30% rispetto al passato”. Il capogruppo dell’opposizione ritiene come quelle pronunciate alla vigilia delle elezioni in merito alla volontà di voler rinunciare agli stipendi siano state parole gettate al vento, tese esclusivamente ad ottenere il consenso dei cittadini: “L’attuale schieramento ha avuto due temi principali: la strada per il cimitero e la rinuncia alle indennità – aggiunge Cifalà – che non si è concretizzata nei fatti”.
Il sindaco Moschella ha voluto sottolineare poi come i cittadini sappiano come vengano utilizzate le somme delle indennità percepite, in quanto tante persone che si trovano in difficoltà economiche si recano al comune a rappresentare la loro situazione. “La mia indennità la spendo per la gente di Scaletta e non, invece, per fini personali, come può essere la rata del mutuo, sebbene si possa fare”. Per Domenico Cifalà, che precisa come non metta in dubbio le buone intenzioni degli amministratori, sarebbe comunque opportuno e possibile creare un fondo sociale dove far confluire i fondi, come fatto in passato: “Anche io da amministratore ho contribuito con i proventi delle indennità al bene della mia comunità – conclude – senza fare pubblicità su quanto realizzato”.