Giovedì 25 Aprile 2024
Sostituite dai Liberi consorzi. Sì da maggioranza e M5s. Crocetta: 'Cambiamento storico'


Sicilia: Province addio, approvata la riforma

di Sikily News | 11/03/2014 | POLITICA

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Legge approvata con 62 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti

Dopo un lungo e tortuoso iter l'abolizione delle Province siciliane è legge. L'Assemblea regionale ha approvato questa sera con il voto finale (62 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti) la soppressione dei novi enti regionali, sostituiti da altrettanti Liberi consorzi dei comuni con la possibilità di crearne di nuovi entro sei mesi, purché i comuni raggruppino almeno una popolazione di 180mila abitanti e quelli coincidenti con gli enti soppressi non abbiano una popolazione inferiore a 150mila abitanti. Voto favorevole dalla maggioranza e dal Movimento cinque stelle. Contrari i gruppi di opposizione.

“Il voto di questa sera, che abolisce le Province, sostenuto da una maggioranza ampia, legittima un cambiamento che passa alla storia della Sicilia, perché si tratta di un testo di legge che modifica gli assetti istituzionali”: queste le parole del presidente della Regione Rosario Crocetta dopo il voto finale.

La legge approvata dal parlamento siciliano prevede la soppressione del voto diretto per l’elezione degli organismi sovracomunali: i Liberi consorzi, infatti, saranno di secondo livello, eletti non dal popolo ma dalle assemblee dei consorzi. Altra novità introdotta del testo esitato positivamente dall’Ars è l’istituzione delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, la cui elezione degli organismi, sempre di secondo livello, sarà disciplinata con una successiva legge che il governo Crocetta porterà in aula il prossimo autunno.
Rimangono però ancora da definire i compiti e le funzioni che avranno i Liberi consorzi: servirà una nuova legge per assegnare le funzioni che svolte finora dalle Province.

"Cala finalmente il sipario sulle Province. Va a posto uno dei tasselli del programma del Movimento 5 Stelle, che dell'eliminazione dell'Ente e, soprattutto, della sua componente politica, ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia". E' quanto affermano i deputati Cinque stelle all'Ars, dopo l'ok dell'aula all'abolizione delle Province. "L'idea dell'abolizione delle Province, come quella della riduzione dei costi della politica - aggiungono i deputati - è entrata nel Palazzo assieme a noi. Prima, qui dentro e poi in ambito nazionale, certi temi erano tabù e mai avrebbero avuto diritto di cittadinanza nelle stanze del potere, dove finora si è sempre pensato alla coltivazione estensiva del proprio orticello. Fare funzionare i nuovi enti è ora compito del governo che deve cominciare da subito a lavorare al disegno di legge che assegni loro le competenze. Non aspetti, com'è suo costume, l'ultimo minuto per mettersi al lavoro e dimostri una volta tanto di avere le idee chiare sul futuro, visto che l'andamento dei lavori ha dimostrato tutt'altro e che solo alcuni nostri importanti correttivi hanno permesso che da quest'aula non uscisse un aborto". I deputati del M5s si riferiscono ad esempio al referendum confermativo per l'adesione ai Liberi consorzi e alla costituzione delle città metropolitane. Il Movimento sottolinea "come si sia concretizzato uno storico esempio di democrazia diretta". "A decidere - concludono i deputati - sono stati i cittadini, che abbiamo chiamato ad esprimersi tramite una votazione on line. Non ci pare che la vecchia politica abbia mai fatto qualcosa del genere".

"Abbiamo scritto una buona riforma, destinata ad essere un punto di riferimento per il resto d’Italia – afferma il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi: la Sicilia è la prima Regione a superare le Province con l’istituzione dei Liberi Consorzi, e ad istituire le Città Metropolitane. Abbiamo incontrato - più di un ostacolo, ma nonostante le difficoltà abbiamo scritto un buon testo e, con orgoglio, posso dire che i parlamentari del gruppo Pd hanno fatto un ottimo lavoro in commissione e in aula. Strada facendo – prosegue Gucciardi -  è stato avviato un confronto costruttivo con il governo e alcune forze politiche che, pur non essendo nella maggioranza, non si sono sottratte al dibattito. Dispiace per chi, invece, rimanendo chiuso nel proprio guscio di nostalgia per un sistema che non c’è più, ha perso l’occasione di contribuire a rafforzare questa riforma”.

Non sono dello stesso avviso le opposizioni, critiche sulla legge uscita fuori dall’Ars: "Questa legge - ha detto il capogruppo di  Forza Italia Marco Falcone - non solo non comporterà alcun risparmio, nè ottimizzerà alcun servizio, ma aggraverà costi e oneri a carico degli enti locali, ma soprattutto dei cittadini siciliani. E' una norma che serve a Crocetta - ha aggiunto Falcone - per mettersi una stelletta mediatica, serve ai gruppi di maggioranza per portare all'incasso le richieste da tempo avanzate al presidente della Regione, serve ai grillini per convincersi di esercitare una funzione utile all'interno della Istituzione siciliana. Purtroppo, i siciliani, nel prossimo futuro - ha concluso il capogruppo forzista - si renderanno conto delle gravi e negative ricadute di questa legge che li priva del diritto di democrazia e regala loro solo un mostricciattolo normativo".
Santi Formica, capogruppo della Lista Musumeci, sostiene come “con l’approvazione della cosiddetta legge di riforma delle Province, si sia consumata una delle pagine più buie della storia del Parlamento siciliano. Dopo una gestazione di quasi nove mesi e con continue ‘minacce di aborto’, - dice Musumeci - si è assistito prima in commissione e, successivamente, in Aula a un festival di contraddizioni, dove emerge con chiarezza l’unico intento del presidente Crocetta, e cioè approvare una legge qualsiasi pur di poter dichiarare da “Giletti”: “ho fatto la riforma”. 

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