Spiaggia di Sant'Alessio: "Lavori e tempi anomali, danni e disagi per i cittadini"
di Andrea Rifatto | 22/07/2018 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 22/07/2018 | POLITICA
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La posa di un masso in acqua
Più ombre che luci sui lavori di ripascimento della spiaggia di Sant’Alessio secondo il gruppo consiliare di minoranza “Cambiavento”. Gli interventi che hanno visto riversare sulla costa 161mila metri cubi di sabbia, prelevati dal torrente Agrò, sono finiti al centro di una corposa interrogazione presentata dai consiglieri Concetto Fleres, Rosanna Fichera e Giuseppe Bartorilla e indirizzata al sindaco Giovanni Foti, all’assessore ai Lavori pubblici (delega in mano a Foti), al responsabile dell’Ufficio tecnico, al comandante dei Vigili e a tutti i consiglieri. I tre esordiscono scrivendo come “l’Amministrazione ha in più occasioni dichiarato che le condizioni della spiaggia sarebbero tornate alla normalità, una volta conclusi i lavori, nel mese di giugno, ma nella realtà concreta ha dimostrato di aver errato abbondantemente creando enormi difficoltà alle giuste esigenze dei cittadini e alle attività commerciali. Solo una parte della spiaggia lato sud nel pressi del Capo, dove i lavori che interessavano questa zona erano stati ultimati prima di tutte le altre già a fine maggio e un’altra parta lato nord località Sena si trovano al 16 luglio nelle condizioni di consentire la balneazione – evidenzia l’opposizione – e sempre più frequenti sono le lamentele dei cittadini, villeggianti e turisti sulle difficoltà riscontrate in spiaggia dove solo il primo strato consente la balneazione, mentre sono presenti detriti fangosi malcelati che nascondono insidie per la salute, non essendo stato previsto un periodo di sedimentazione con sufficiente esposizione ai raggi solari (almeno 10 giorni) dalla fine dei lavori. Inoltre i massi anziché essere riportati nel torrente sono stati posizionati nella battigia, creando enormi difficoltà e rischi per chi tenta di immergersi”. Per la minoranza l’Amministrazione non ha dimostrato alcun interesse per la risoluzione di questi problemi né ha intrapreso azioni utili per affrontarli: “Le acque si colorano costantemente di marrone risultando fangose e inidonee alla balneazione e ciò danneggia l’immagine del nostro paese” – prosegue l’interrogazione, in cui viene poi puntato il dito sui tempi: “l’inizio dei lavori è stato determinato in modo del tutto errato, solo al fine di evitare un giusto collegamento con la precedente amministrazione che aveva completato tutto l’iter progettuale compreso l’affidamento dei lavori, che potevano iniziare benissimo a settembre 2017, senza il verificarsi di tutte queste problematiche nel periodo estivo”. Secondo “Cambiavento” i camion che trasportavano la sabbia potevano passare dal torrente direttamente al lungomare, come era stato previsto durante un sopralluogo all’inizio di giugno 2017, evitando il transito di mezzi pesanti, senza teloni, con polvere e disagi per il paese, tra cui danni alle strade e ai marciapiedi del lungomare riqualificati nel 2014, esponendo il Comune a probabili contenziosi che potrebbero arrecare gravi danni alle casse comunali. All’Amministrazione Foti viene chiesto “se i lavori sono stati completati, consegnati e collaudati e in che data; chi ha consentito l’utilizzo della spiaggia, con l’installazione dei lidi, al libero utilizzo da parte dei bagnanti e per le altre attività, trattandosi di un cantiere aperto in cui insistono ancora mezzi meccanici sull’arenile; a chi compete la vigilanza sull’osservanza delle ordinanza sindacali in merito al divieto di balneazione imposto dalla Regione e al rispetto dei limiti di occupazione dell’arenile con le concessioni demaniali e se, come sembra, ci siano degli abusi, omissioni ed irregolarità; le motivazioni per cui i lavori di rinascimento sono stati condotti fino ai primi giorni di luglio consentendo l’attraversamento dei camion per quasi tutto il paese, persino per depositare i detriti nel tratto di spiaggia tra il torrente Salice e l’hotel Kennedy senza soluzioni meno aggressive o utilizzando il varco già esistente nei pressi del Kennedy”. Concetto Fleres, Rosanna Fichera e Giuseppe Bartorilla hanno chiesto riscontro scritto all’interrogazione, le relazioni dei responsabili dei lavori e tutta la documentazione correlata, “essendo venuti a conoscenza – concludono – di una paventata iniziativa collettiva risarcita ria, a tutela dei diritti e degli interessi degli utenti, la cosiddetta class action”.