Taormina, botta e risposta tra Passalacqua e De Luca ed è polemica sulla città divisa
di Andrea Rifatto | 11/12/2023 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 11/12/2023 | POLITICA
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Marcello Passalacqua e Cateno De Luca
Avvio di seduta con botta e risposta nell’ultima riunione del Consiglio comunale di Taormina in aula tra il consigliere Marcello Passalacqua e il sindaco Cateno De Luca, con il primo che ha voluto attendere la presenza del sindaco per porgere un saluto dopo il suo ingresso in opposizione a seguito delle dimissioni di Mario Bolognari. "La sua elezione ha avuto un effetto divisivo su questa città e la comunità purtroppo si è lacerata - ha esordito l’esponente di opposizione rivolgendosi al primo cittadino - coinvolgendo intere famiglie e disgregando vecchi rapporti anche interpersonali tra persone che si conoscono da una vita e spaccando famiglie ed ambienti di lavoro e parentali. Sembra di essere in una guerra del tutti contro tutti con il risultato che Taormina sta imboccando una pericolosa deriva autolesionista. Credo che l’atteggiamento migliore del Consiglio sia quello di assumere un comportamento serio, costruttivo, responsabile e possibilmente collaborativo. Lo dobbiamo a Taormina e ai taorminesi per tentare di ricucire questo strappo, nel supremo interesse della città. Il Consiglio non può e non deve essere palcoscenico di una guerra che non serve ad altro che a fomentare le divisioni già esistenti in città, l’avversario politico non è un nemico da abbattere ma solo una persona che ha un modo di pensare diverso. Mi auguro che questo rispetto tra le parti possa prevalere su tutti i più biechi motivi di logiche politiche. La filosofia del ‘Carthago delenda est’ non deve esistere, non ci può essere crescita se non c’è dialogo. Il pregiudizio immotivato verso posizioni diverse è solo segno di ignoranza e superficialità. Siamo stati eletti da una minoranza di cittadini che ha idee diverse da quelle di questa Amministrazione, malgrado i numeri siamo impietosi il nostro compito è fare un’opposizione senza preconcetti, basata su contenuti e proposte - ha sottolineato Passalacqua - non certamente su sterili e immotivati pregiudizi fondati su rancori elettorali. Nessuno di noi vuole avere una funzione puramente ornamentale in aula, trovarsi di fronte un avversario politico leale è meglio che avere accanto un alleato la cui fedeltà si poggia esclusivamente su opportunismo e interessi personali. Mi auguro collaborazione e non incomprensione - ha concluso Marcello Passalacqua - se l’Amministrazione preferisce camminare velocemente allora camminate da soli, se volete camminare a lungo allora cerchiamo di fare questo percorso tutti insieme”. Immediata la replica di De Luca: “Non ci sto a passare come un soggetto divisivo - ha esordito - un sindaco che viene eletto con quasi il 65%, in una comunità messa in ginocchio dalle ‘faide’, non può essere definito divisivo. Non sono stato eletto con il 40% di voti o con un voto in più o in meno, qui c’è stata una scelta netta e la nostra responsabilità è quella di essere consequenziali. Non posso accettare la valutazione del consigliere Passalacqua che va contro la volontà dei taorminesi. Ho trovato una comunità messa in ginocchio dai suoi stessi figli, il dissesto non l’ho provocato io e ho preso in eredità una comunità massacrata. Sono stato eletto sindaco con questa percentuale perché i cittadini erano stanchi di questo teatrino, il 65% è stata una reazione compatta della comunità verso una classe politica che in questi 30 anni ho definito ‘sistema Taormina’ e che ha prodotto il disastro di Taormina. Ascrivermi addirittura la responsabilità di lacerazioni familiari: ciò non mi appartiene per storia, non ho mai puntato a questi meccanismi che hanno caratterizzato Taormina prima di me. Altri hanno utilizzato questo palazzo per la propria famiglia. Oggi Taormina sta riacquisendo la sua identità e la sua autorevolezza, la città è stata messa in ginocchio per l’assenza di questa identità e stiamo combattendo le lobby che si sono divise le spoglie di Taormina. C’è una deriva autolesionista di chi non ha accettato ancora una sonora sconfitta - ha aggiunto il sindaco - e anzichè tacere continua a fare la guerra sui social, senza avere la bontà e il senso del pudore di tacere, chi vuole leggere il dissesto troverà la storia di 30 anni di malgoverno, abbiamo fatto anche scelte impopolari per impedire il secondo dissesto. Il Consiglio comunale non è un palcoscenico di guerra, ma rappresenta le sensibilità complessiva di una comunità e ci sarà rispetto per tutti da parte nostra, ma lo pretendiamo anche dagli altri, ma non si può raccontare una storia scollegata dalla realtà e dalle dinamiche quotidiane. Andiamo avanti con i nostri tempi e a ritmi serrati per recuperare il tempo perduto e uscire prima possibile dal tunnel nel quale è stata inserita Taormina”. Passalacqua ha chiesto una replica ma il presidente Giuseppe Composto non ha più concesso la parola.