Martedì 30 Aprile 2024
Il consigliere di minoranza, a rischio incompatibilità, ha sollevato il caso in Consiglio


Taormina, Corvaia contesta la riscossione: "Cittadini vessati con richieste non dovute"

di Andrea Rifatto | 30/03/2024 | POLITICA

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L'intervento nella seduta di insediamento

"I cittadini di Taormina vengono vessati con richieste di somme non previste dalla legge, questo significa fregargli i soldi”. A sollevare il caso è il consigliere di minoranza Nunzio Corvaia, che nella seduta di insediamento ha contestato all’Amministrazione comunale le modalità di riscossione dei tributi pregressi tramite gli avvisi di accertamento inviati negli ultimi tempi. L’esponente di opposizione, al quale è stata contestata l’incompatibilità proprio per il mancato pagamento di debiti con il Comune e attualmente è in corso la procedura che gli consente di presentare le proprie controdeduzioni, ha segnalato l’anomalia durante la discussione della delibera (approvata all’unanimità) con la quale è stato dato l’indirizzo all’Area Economico-Finanziaria per l’affidamento in concessione del servizio di riscossione coattiva delle entrate patrimoniali e tributarie, con l’individuazione di una società (finora ha svolto il servizio la “Sogert”) per la riscossione coattiva dei tributi dal 2017 in poi, con un contratto di affidamento per cinque anni oltre eventuali due anni di proroga. “Gli atti di indirizzo dovrebbero essere altri - ha esordito Corvaia - per i problemi che ho avuto in questi giorni voglio dire che è quasi impossibile avere un contatto con gli Uffici. Il segretario generale ha detto che è stato notificato tutto, a me è stato notificato il 21 marzo e prima di quella data non ho mai ricevuto un accertamento, dunque cerchiamo di organizzare meglio gli Uffici. Conto che questo problema si sistemerà, però voglio portare all’attenzione degli amministratori cosa sta accadendo”. 

Il consigliere, rivolgendosi al vicesindaco Giuseppe Sterrantino che ha illustrato la proposta di delibera in aula, ha fatto presente come gli avvisi di accertamento inviati dal Comune per le annualità 2021 e 2022 contengano sanzioni per un importo pari al 30%: “La legge nazionale, non quella taorminese, perché non so qui chi abbia dato questo indirizzo - ha detto Corvaia - prevede che si possa fare il ravvedimento operoso con una sanzione del 5%. Taormina non è una una repubblica a sè dove si fanno gli accertamenti, anche sul 2022 e 2023, con il 30% di sanzione, questo significa vessare i cittadini, fregargli i soldi. La gente deve poter pagare, dobbiamo pagare, ma come consente la legge”. Il neo subentrato in minoranza ha raccontato un episodio che ha definito brutto, ossia una contribuente che ha pagato una sanzione di 200 euro e si lamentava del fatto che non doveva dare queste somme al Comune: “Alla mia proposta di fare ricorso, mi ha risposto che l’avvocato le aveva chiesto 500 euro per presentarlo e dunque le conveniva pagare le 200 euro. Va bene che si faccia la riscossione, ma come prevede la legge - ha concluso Nunzio Corvaia - non si facciano accertamenti con sanzioni del genere, si dia la possibilità ai cittadini di fare il ravvedimento operoso”. Sterrantino ha replicato che sono state fatte differenziazioni tra Tari e Imu e si è data la possibilità entro i 30 giorni, per la Tari, di pagare senza la sanzione al 30%, mentre per l’Imu si è riservato di fare la valutazioni del caso e dare risposta.


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