Taormina, il Pd chiede a Bolognari di dimettersi e attacca De Luca: "Serve una fase nuova"
di Andrea Rifatto | 02/10/2023 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 02/10/2023 | POLITICA
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Il gruppo consiliare di minoranza
“La sconfitta elettorale, netta, scaturisce dalla volontà di superare vecchi schemi, su cui è caduto un giudizio definitivo. Per questo abbiamo deciso di lavorare subito per una alternativa, di idee e persone, che rappresenti le migliori forze, pulite, della città. Un progetto aperto anche a chi non sta, oggi, da questa parte, uomini e donne che conosciamo, stimiamo e non abbiamo mai rinnegato”. Il Partito democratico di Taormina annuncia la volontà di aprire una nuova fase, partendo innanzitutto da nuovi volti. In quest’ottica il coordinamento del Circolo guidato da Filippo Patanè ha invitato la rappresentanza della propria area politica a rassegnare le dimissioni dal Consiglio comunale, invito che è stato condiviso e discusso con le altre forze politiche di minoranza. Dunque la richiesta ufficiale è quella di un passo indietro all’ex sindaco Mario Bolognari, unico esponente dem che oggi siede sui banchi dell’opposizione, riferibile però anche all’area di Centrosinistra e dunque alla capogruppo Francesca Gullotta, ex Articolo 1 non rientrata formalmente nel Pd. “C’è il rischio di far passare la contestazione degli errori della maggioranza come nostro personale livore da sconfitta e non come diritto di opposizione dell’operato di una Amministrazione che ha già commesso numerosi gravi errori - spiega il Circolo taorminese - e ciò non possiamo permetterlo, per rispetto delle persone e della verità. Niente più alibi quindi, ma l’Amministrazione risponda alla città, dentro la quale noi ricostruiremo un’opposizione reale e diffusa sul territorio”. Trascorsi i primi cento giorni di governo, il Pd evidenzia come “non si può omettere che tra invettive, delazioni, retate e uso di informazioni non veritiere, si è creato un clima pesante, dove nessuno vuol vedersi distruggere la propria immagine pubblica, privata e professionale. Tanto meno fare da comodo bersaglio, dentro una cappa di assordante silenzio”. Diverse le critiche mosse al governo del sindaco Cateno De Luca: l’uscita frettolosa da TaoArte “che ha lasciato alla Regione campo libero per organizzare il festival, di cui ora possiede il marchio, senza di noi a casa nostra”; la revoca della gara del Palacongressi “che produrrà solo un inutile e costoso contenzioso, mentre il fine dell’affidamento non è quello di guadagnare un fitto (che ammontava tra oneri a carico e canone ad oltre 150mila euro annui) ma aumentare le presenze turistiche stanziali attivando un circuito congressuale; voler guadagnare 50mila euro in più con i matrimoni, a carico di 50 coppie straniere, “dimenticandosi che queste muovono almeno 5.000 soggiorni e mostrando al mondo un’idea un’idea del turista che corrisponde solo al ‘pollo da spennare’; l’aumento di ticket e tariffe di funivia e parcheggi “non necessario vista l’attuale situazione economica dell’Asm, soprattutto se tutto questo serve ad approvare una pianta organica che prevede ben quatto direttori generali che costeranno oltre 400mila euro l’anno; aumenti dei tributi comunali “che non servono a coprire i debiti di ieri (che si pagano con le riscossioni dei vecchi crediti) ma solo le maggiori spese di oggi”; la “revoca della convenzione con l’Ente Parco (e non integrazione o modifica) per fare del primo parlamento siciliano (Palazzo Corvaja) una forse mai sede di tavoli da roulette e slot machine, mentre avere un museo dove far confluire i nostri reperti è indispensabile per chiudere il conto con la storia, oltre che costituire un elemento essenziale per completare l’offerta turistico culturale della città. Sui beni immobili il Pd rileva che “ l’ex ‘Giara’ è l’unico da cui poter guadagnare un fitto (questo sì puramente commerciale), per cui era proprio l’unico da non cedere perché in grado di garantire un concreto potenziale flusso di cassa. Viceversa Badia Vecchia, non avendo particolare attrattiva commerciale, viene sottratta all’uso della comunità, intaccando un patrimonio storico-culturale inalienabile. Anche perché ci risulta che l’Organismo straordinario di liquidazione abbia già in mano circa 24 milioni di euro: perché tanta fretta di s-vendere?”. “Si faccia polizia fiscale e pulizia, annullando atti, revocando contratti, rompendo legami veri o presunti e spezzando le reni - conclude il Partito democratico di Taormina - purché di rapporti e relazioni non se ne creino di altre. Si faccia pulizia, quindi, ma anche dei rifiuti, la ricerca volontaria di un incidente con la ditta (e non sappiamo né intuiamo per quale motivo) è andata solo a danno della città. Siamo consapevoli che questa sarà una lunga traversata, visionaria, che giungerà al traguardo quando il blocco unico si frantumerà in tre, quattro, cordate: in quel momento, ineluttabile, saremo già pronti a rappresentare una città dialogante, moderna, amministrata, nostra. Niente è per sempre. State sereni”.