1846, il naufragio di un brigantino greco a largo della Marina di Savoca
di Salvatore Coglitore | 02/04/2015 | STORIA
di Salvatore Coglitore | 02/04/2015 | STORIA
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Grazie a ben 17 lettere di corrispondenza tra don Giuseppe Caminiti (padre dell’autonomia di S. Teresa di Riva) e il console greco Giorgio Kiliver, siamo venuti a conoscenza di un naufragio avvenuto nella Marina di Savoca (oggi S. Teresa di Riva) quasi due secoli fa. Il 3 novembre 1846, in una giornata di sciroccu e livanti, quando la risacca delle onde arrivava sulla strada provinciale e andava a sbattere contro il portone della chiesetta del Sacro Cuore di Gesù (l’attuale chiesa Madonna del Carmelo), poiché ancora erano pochi i bastioni a protezione degli orti, il brigantino greco “Athena”, naufragò a largo della costa nella Marina di Savoca, precisamente nella zona di Bucalo. Giuseppe Caminiti (1814-1877), di Angelo, che abitava nel baglio di Sparagonà, vedendo la scena, senza alcun timore varò una barca e dopo vari tentativi riuscì a salvare tutto l’equipaggio, ben otto marinai, capitano compreso. Successivamente, aiutato da suo cugino Vincenzo Gregorio di Furci, portò i superstiti nella sua casa di Sparagonà adiacente la torre del Baglio, e lì diede loro da mangiare, dormire, vestiario asciutto e quant’altro. Il Console greco di Sicilia, Giorgio Kiliver, che risiedeva a Messina, venuto a sapere del naufragio, si recò subito a Sparagonà e constatò che tutto l’equipaggio era stato tratto in salvo e successivamente rifocillato dal sig. Caminiti. Per dimostrare la sua gratitudine, nominò il Caminiti “Intendente incaricato del recupero dei resti del brigantino”. Ma la storia non finì qui. Il Console di S.M. Ellenia, Capo del dipartimento consolare della Sicilia ed Isole adiacenti
I nemici politici del Caminiti (il quale voleva con tutte le sue forze l’autonomia della Marina da Savoca) lo incolparono pubblicamente di avere rubato i resti del brigantino al fine di “oscurare l’onor nostro in faccia alle Autorità”, come scrive don Giuseppe al fratello Gaetano. Il capitano dell’Athena, il capitano Pandali Smaragdà, testimone oculare del naufragio, con lettera inviata al Console comunicò che le notizie che circolavano erano tutte calunnie e a prova di quanto asseriva, specificava che i resti del brigantino, a causa della prolungata mareggiata, erano stati trascinati dalla corrente in parte nella spiaggia di Letojanni (allora dogana di Taormina), in parte nella marina di Forza d’Agrò (dal 1948 Sant’Alessio Siculo) e qualche traccia della vela era stata segnalata nella marina i Fiumedinisi (oggi Roccalumera-Nizza di Sicilia). Il Caminiti, in qualità di responsabile del recupero dei resti, si adoperò con tutte le sue forze, scrivendo quasi giornalmente al Console e tenendolo sempre aggiornato sul recupero. Espletate le lunghe burocratiche carte borboniche per potere recuperare tali resti del brigantino, prima col comune di Taormina, poi con quello di Forza d’Agrò e quindi con la dogana di Fiumedinisi, il Console il 16 marzo 1847 stilò un regolamento per la vendita di tali resti e diede ordine di selezionarli e di dividerli in piccoli lotti, al fine di poterli vendere più facilmente. Il Caminiti nei giorni successivi affisse nello spazio antistante la chiesetta di Bucalo del Sacro Cuore e nei paesi vicini, il bando per la vendita di tali resti. La vendita all’asta dei beni recuperati si svolse il 25 marzo 1847 nel baglio di Sparagonà, alla presenza di un banditore, del Console e di tanti viddani terrazzani venuti a comprare a buon prezzo quanto promesso nel bando. Tutta la vicenda si concluse l’8 aprile 1847, con un attestato rilasciato dal Console al Caminiti, nel quale lo ringraziò per l’assistenza costante nell’operazione di vendita, oltreché per aver salvato i suoi 8 uomini dal naufragio.
Soltanto due anni dopo, don Giuseppe Caminiti divenne primo e unico sindaco del Comune di Bucalo che durò dal 1° gennaio al 31 marzo 1949.
REGOLAMENTO DI VENDITA
Regolamento pel Sig. Giuseppe Caminiti per la vendita agl’incanti pubblici degli oggetti appartenenti al Legno Athena.
1°. In scrivere il presente regolamento farà apporre gli avvisi al pubblico designando un giorno di doppio predetto ad una data ora per la vendita;detto avviso deve precedere almeno tre giorni alla vendita, e sarà pure pubblicato né paesi circonvicini.
2°. Gli oggetti in vendita saranno, i frattumi della legname, le vele stracce ed i cordaggi in pezzi, lasciando le catene, àncora, le pezze più grandi della vela e gomene che saranno imbarcate su d’una barca, come si farà inseguito conoscere.
3°. Detti frattumi e cordaggi rotti saranno divisi in piccoli lotti da non eccedere onza una, quali saranno liberati uno per uno al miglior dicitore, dietro essere stati giusta l’uso, bandicenti da un usciere comunale.
4°. Formati i lotti, e stabilito il giorno e l’ora della vendita darà parte al Consolato di Messina del numero dè lotti, in qual giorno ed a qual’ora avrà luogo la vendita, acciò possa intervenire il Console; ciò nonostante se l’ora sia passata, ed un competente numero di attendenti sarà riunito,può cominciare la vendita progressivamente, consegnandola all’attendente previo pagamento in mano del Caminiti, senza l’intervento del Console.
5°. Sospenderà ogni tentativo per tirare la catena e quant’altro può credere di potersi trovare a mare appartenente all’Athena,mentre i pratici saranno mandati da Messina.
Messina 16 marzo 1847
Il Console della Ellenia
Giorgio Kiliver
ATTESTATO DEL CONSOLE
Si certifica ed attesta da Noi qui sottoscritto Console di S.M. Ellenia, gualmente il 3 novembre 1846 avvenne un naufragio al Legno Greco "Athena" Capitan Pandali Smaragdà nella spiaggia di Savoca, e Noi nell'esserci colà conferiti, preso conto di tutti gli accidenti avvenuti,e della filantropica maniera di come venne salvato e tratto a terra l'equipaggio, nel numero di otto persone, dal nominato Sig. Giuseppe Caminiti di quel Comune, abbiamo incaricato al medesimo per la continuazione del trattamento a detti individui, e pe lo recupero di tutto il naufragio. In fatti si continuarono i ristori da esso sig. Caminiti somministrando pure robbe pe cambiarsi, ed in continuazione si recuperarono diversi oggetti come sarebbero, catene, ancora, cordaggi, battello ed altro. Quindi durante il tempo che detto recupero rimase in Savoca sin al dì 25 marzo, epoca della vendita all'asta pubblica di detti oggetti recuperati, egli, il sig. Caminiti diede delle non dubbie capacità di sua certezza, zelo, attività, ed economia nelle spese da esso fatte, che furono da me convenientemente soddisfatte e compensate. E perchè costi in ogni tempo e luogo gli abbiamo rilasciato il, presente firmato e suggellato col suggello Consolare.
Messina 8 aprile 1847
Giorgio Kiliver