21 novembre 1945, deragliamento a S. Teresa
di Salvatore Coglitore | 22/09/2013 | STORIA
di Salvatore Coglitore | 22/09/2013 | STORIA
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Deragliamento a Fondaco Parrino, Forza d'Agrò (Anni 70)
La notte del 21 novembre 1945 un nubifragio si abbatté sui paesi della riviera jonica. Dalle prime ore della sera e per tutta la notte piovve a dirotto e sia il Torrente Savoca che l'Agrò erano in piena. Nella zona di Barracca, all'altezza di via Franca, dove allora c'era un ponticello ferroviario (nelle immediate vicinanze c'è ancora un casello) che collega la via Francesco Crispi con l'antica contrada Spagnolo e prosegue per Scorsonello, si creò un'enorme quantità di terriccio e fango che dalla collina sovrastante si riversò sulla via Franca. La quantità di fango fu tale che ostruì il ponticello delle ferrovie e invase il binario.
Alle 2,30 circa, di quella notte, la tradotta militare 8525, che trasportava soldati reduci dalla prigionia e profughi di guerra transitando da Messina verso Catania, deragliò all'altezza di via Franca a causa dell'enorme quantità di fango che aveva invaso il binario. Uno dei primi a recarsi sul posto fu padre Paolo D'Agostino, allora giovane prete della chiesa di Portosalvo (morì a Messina nel 2007), che abitava nelle immediate vicinanze. Subito dopo, anche il sindaco del tempo, il cav. Vittorio Caminiti, che abitava proprio di fronte la chiesa, corse in aiuto. Ancora oggi c'è qualche anziano del luogo che ricorda come il giovane padre D'Agostino si prodigò ad estrarre i corpi dai rottami e dare soccorso, nonostante il tempo inclemente. Subito dopo numerose persone, sfidando la copiosa acqua e il vento, si prodigarono per soccorrere i feriti.
Dalla relazione esistente presso l'archivio delle Ferrovie, si legge di una testimonianza del sig. Severo, che si trovava sul treno, per servizio. Dalla relazione abbiamo potuto apprendere che i morti e i feriti si sono avuti per l’accavallamento della terza e quarta vettura del convoglio.
Qualche ora dopo il disastroso deragliamento, giungevano sul luogo da Messina un treno di soccorso e i vigili del fuoco di Taormina assieme ad alcune autoambulanze. Alle prime luci dell'alba apparve uno spettacolo desolante: si contarono 13 morti e 19 feriti. Nella mattinata giungeva sul posto il Capo Compartimento delle Ferrovie di Messina, accompagnato dall’ing. Caroniti, per porgere l’ultimo saluto alle vittime ed interessarsi personalmente dei feriti. Visto che le dimensioni della chiesetta di Portosalvo erano ridotte, il funerale si svolse nella chiesa Sacra Famiglia e la messa funebre fu officiata proprio da padre D'Agostino. Tutti i parenti delle vittime, giunte da varie località della Sicilia, furono ospitate dalle suore Ancelle Riparatrici di Torrevarata. Alla fine della messa un alto dirigente delle ferrovie pubblicamente ringraziò padre D'Agostino per essersi prodigato a soccorrere i feriti e le loro famiglie. Ai funerali, tra gli altri, parteciparono il commissario Stella, Prefetto di Messina ed il questore comm. Guglielmi.
Siamo in grado di fornire i nominativi di quattro feriti: Carbi Antonino fu Corrado di Avola; Antonino Balladoro fu Paolo, di Avola residente in via Cavour 69; Angelina Spanò fu Antonino di Siracusa, residente in via Fidia 10 e Ignazio D’Andrea fu Alfredo domiciliato a Siracusa in via Ierone 12.