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Agosto 1854, il colera nella riviera jonica messinese
di Salvatore Coglitore | 14/08/2013 | STORIA
di Salvatore Coglitore | 14/08/2013 | STORIA
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Il 20 agosto del 1854 si sparse la notizia che a Messina due persone morirono di colera in modo fulmineo. Nei due giorni seguenti molti altri casi furono denunziati al Municipio. Non c’era più alcun dubbio: il terribile flagello aveva invaso la città, come già era successo nel 1834. Nella giornata del 26 il morbo provocò la morte di oltre 200 persone e 400 e passa nei giorni successivi. Il 31 agosto il contagio cominciò ad attenuarsi fino ai primi di ottobre, mese in cui il morbo scomparve completamente. Complessivamente a Messina e nei suoi villaggi si contarono 10.293 vittime (5504 maschie e 4.789 femmine). I cadaveri, visto l’alto numero, venivano bruciati nella spiaggia a Maregrosso dopo la foce del torrente Zaera. Si cercò di controllare il diffondersi dell’epidemia istituendo dei posti di blocco, così che nessuno potesse uscire dalla città e avviarsi verso i paesi della provincia. Tra i tanti, morì pure il sindaco di Messina, don Giuseppe Romeo e, per quanto riguarda la nostra riviera, morirono mentre erano in carcere, Gaetano e Stefano Interdonato, fratelli del colonnello garibaldino Giovanni di Nizza di Sicilia e il dott. Carmelo Pugliatti, insigne ostetrico, nato a Savoca ma residente a Santa Teresa nel quartiere Cantità. Anche in numerosi paesi della provincia il male si diffuse, quasi certamente perché portato da messinesi usciti dalla città quando i cordoni sanitari non erano ancora in piena efficienza. Come si nota Giardini ha avuto nel versante jonico il più alto numero di vittime, ben 69! Mentre, nel versante tirrenico è stato Santo Stefano di Camastra il Comune con il più alto numero di morti: ben 137 (66+71). Per quanto riguarda Santa Teresa possiamo aggiungere che il neo comune aveva appena conquistato l’autonomia da Savoca a partire dal 1° gennaio 1854; giusto il tempo di organizzarsi che venne colpito dal colera. Una delle vittime del colera fu Paolo Restuccia (Santo Stefano Briga 1815- Santa Teresa 1854), già sindaco del suo paese natio, fu un rivoluzionario antiborbonico, che da aprile 1850 era recluso nel bagno penale di S.Teresa e dove a causa del colera morì nel settembre 1854. Istruzioni del 1836 per difendersi dal colera in Sicilia
La “Direzione Statistica in Sicilia” pubblicò un quadro della mortalità in tutta l’isola. Ecco l’elenco riguardante solo i paesi della riviera jonica che furono interessati dal “Cholera Morbus”, con il numero dei morti in totale, maschi e femmine:
Alì (con Alì Terme) 13 (5+8)
Casalvecchio 2 (1+1)
Gallodoro (con Letojanni) 2 (2+0)
Giardini 69 (32+37)
Guidomandri 9 (3+6)
Mandanici 5 (2+3)
Mongiuffi 18 (8+10)
Pagliara 4 (1+3 )
Roccafiorita 4 (3+1)
Roccalumera 7 (4+3)
San Ferdinando (Nizza di Sicilia) 32 (12+20)
Scaletta 4 (3+1)
Santa Teresa (con Furci) 9 (6+3)
Taormina 27 (17+10)