Martedì 03 Dicembre 2024
Dall'unica fabbrica di carta velina della provincia alle aziende manufatturiere del comune


Fiumedinisi: le attività artigianali e commerciali di fine ‘800

di Salvatore Coglitore | 16/12/2015 | STORIA

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Foto panoramica di Fiumedinisi

In Sicilia alla fine dell’800 il settore tipografico contava, sulla base delle rilevazioni statistiche effettuate tra il 1887 e il 1897, 203 imprese, che davano lavoro complessivamente a 768 addetti, così distribuite per provincia: Palermo 84, Catania 29, Siracusa 23, Trapani 17, Agrigento 14, Caltanissetta 12 e Messina 24, come risulta dal corposo volume “L’economia siciliana a fine ‘800” redatto dall’Ircac (Istituto Regionale per il Credito e la Cooperazione). Queste strutture artigianali erano per lo più dei piccoli esercizi gestiti da pochi lavoratori, se non dal solo proprietario, che spesso, invece di moderni macchinari, si accontentavano di qualche torchio per un’attività che raramente impegnava tutto l’anno e dove tutto, dai caratteri tipografici agli inchiostri e alla stessa carta, arrivava dal nord Italia o dall’estero. Le industrie che producevano la carta utilizzata per le tipografie in Sicilia erano solo 8, di cui 7 nel palermitano (quella più importante era quella di Monreale poichè meccanizzata) e una in provincia di Messina, precisamente nel comune di Fiumedinisi.

Sempre nel libro dell’Ircac sono riportate delle notizie interessanti riguardo l’attività artigianale di Fiumedinisi, dove si produceva carta utilizzata per incartare i limoni (carta velina). Come dicevamo quella di Fiumedinisi era la sola esistente in provincia di Messina ed era denominata “San Giorgio”, dalla contrada dove era ubicata. Apparteneva al sig. Giuseppe Sturniolo e C., esercitata dall’affittuario sig. Giulio Andreis. Lo stabilimento aveva tre caldaie a vapore di 63,48 mq di superficie di riscaldamento ciascuna, con due motori a vapore della forza complessiva di 50 cavalli e 3 motori idraulici della forza di 60 cavalli; aveva pure 2 autoclavi, impiegava per 240 giorni dell’anno 54 operai (43 uomini e 11 donne) e produceva, come dicevamo, carta grossolana da involti e carta velina che serviva per avvolgere i limoni che venivano maggiormente spediti all’estero. La materia prima era di provenienza locale, cioè gli stracci e da carta usata, mentre la cellulosa proveniva dall’estero. La carta prodotta veniva smerciata principalmente in Sicilia. La piccola industria era addirittura fornita di luce elettrica con impianto proprio, cosa abbastanza rara al quel tempo, grazie a un generatore di corrente: aveva infatti una dinamo messa in azione da motori a vapore, con ben 18 lampade, della potenzialità di 16 candele ciascuna.

Sempre nel decennio 1887-97 a Fiumedinisi erano presenti le seguenti attività commerciali (tra parentesi il numero dei lavoranti): n° 1 miniera per l’estrazione di antimonio (…) - (dal 1894 la Società delle officine di San Giovanni a Teduccio di Napoli aveva realizzato dei lavori nella contrada Due Fiumare dove erano state trovate tracce di minerale piombifero ed era stato scavato un giacimento, poi nel 1895 i lavori furono sospesi), n° 1 fornace per estrazione della calce (…) , n° 1 fabbrica per la produzione di pasta per minestra (3), n° 3 trappeti (24), n° 2 filande per la seta, quella di Gregorio & Lo Cascio, con 20 bacinelle e una caldaia di 2,75 mq dove erano impiegate 10 lavoratrici e quella dei F.lli Verardi con 24 bacinelle e con l'impiego di 12 lavoratrici, n° 3 tintorie (9) dove lavoravano per circa 50/60 giorni l’anno, e come già detto n° 1 cartiera (54). Inoltre, come in molti altri comuni della provincia di Messina, anche a Fiumedinisi veniva esercitata la tessitura casalinga del cotone (con la presenza di 50 telai) e della canapa e lino (con 100 telai).

 

Frontespizio dell'annuario Galatola del 1911

 

Altre brevi notizie sulle attività di “Fiumedenisi” si riscontrano nell’Annuario Galàtola del 1910-11 per la Sicilia Orientale, (Crescenzio Galàtola tipografo - editore che ha operato a Catania dal 1843 al 1929) ecco in sintesi alcune notizie generali e le attività commerciali presenti, con i relativi nomi dei titolari. Sindaco: Scullica Giuseppe Assessori: Marra Francesco, Fleres Letterio, Cascio Raffaele e Gugliotta Domenico. Segretario: Quattrocchi Luigi. Esattore: De Luca Francesco. Conciliatore: Fleres Notar Letterio. Prodotti: Derrate di prima necessità viti, gelsi, limoni, frutta, bozzoli e cereali. Industrie: Vi abbondano miniere di argento, antimonio, piombo, arsenico e rame. Fiere: 6 settembre (bestiame). Farmacisti: Freni Giuseppe. Medici-Chirurghi: Calabrò Carmelo. Molini: Cucinotta Giuseppe, Parisi Gaetano e Ricciardi Giuseppe. Notai: Rasconà Placido.

Concludiamo questa breve ricerca sulle attività commerciali e artigianali di fine ‘800’ di Fiumedinisi, ringraziando l’amico Ivan Spadaro per i documenti che ci ha fornito, con una curiosità: il nome dell’unico commerciante nativo di Fiumedinisi, il sig. Rasconà Orazio fu Giuseppe nato nel 1878, che nel 1921 aveva un’attività a Messina, un tabacchino sul centralissimo Viale San Martino, così come risulta dall’ “Elenco degli elettori commerciali di Messina”.

 

Logo e planimetria del 1851: topografia del territorio di Fiumedinisi, prodotta dal Catasto Borbonico nel 1851 e presente sul sito del Centro Regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione


COMMENTI

Grazia Mento | il 17/12/2015 alle 10:24:29

Molto interesssante questa ricostruzione storica sulle attività artigianali e commerciali in Fiumedinisi. Sarebbe interessante andare avanti nella storia recente e metternente a confronto le realtà con il passato. Sicuramente resteremmo sconsolati !!!

Veramente, le attività artigianali e industriali di Fiumedinisi, fino al 1855, nel complesso, assie | il 18/12/2015 alle 16:36:13

Commento di Pietro Secondo dei Giandolfo Fiumedinisi (mi scuso ma il nome avrei dovuto scriverlo per primo)!

Giovanni Maisano | il 21/04/2021 alle 22:29:23

Rascona' Orazio,nato a Fiumedinisi,sottouffiale della Arma deiCC,fu ferito in uno scontro a fuoco con dei banditi.Come riconoscimento economico per l'alto senso del dovere, gli fu assegnato una rivendita di tabacchi originariamente in via N.Bixio,angolo viale San Martino(zona ex cinema Orfeo) e ,successivamente,dopo alcuni anni dall'evento sismico(nessuno della famiglia si salvo'), venne spostato sul Viale ,prima in una baracca dove e'poi sorto il palazzo in cui fino a meta' degli anni '90 fu sede della rivendita.Il tabacchino e' stato anche un punto di riferimento culturale dei pochi studenti liceali e poi universitari per via della presenza dei tre figli (un laureato in legge,un ingegnere aeronautico e un dottore in Economia e commercio). Rascona',detto Zafaredda,aveva una sorella (Ciccia) sposata Spadaro ,genitori di mio nonno Sebastiano Spadaro, ed un fratello,Carmelo,tutti residenti deceduti a Fiumedinisi.

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