Giovedì 21 Novembre 2024
La storia dell'illustre chirurgo santateresino che si arruolò nelle camicie rosse


I garibaldini della riviera jonica: Antonino Caminiti

di Salvatore Coglitore | 08/10/2015 | STORIA

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Caminiti e l'abitazione di S. Teresa di Riva

Antonino Caminiti nacque a Messina nel 1836, figlio di don Gaetano (fratello di Angelo Caminiti, che assieme al figlio Giuseppe sono considerati i padri dell’Autonomia di S. Teresa di Riva) e di Marianna Cafòro (di origini calabresi). Il padre don Gaetano, nato nella Marina di Savoca nella via Sparagonà, nel fabbricato prospiciente alla torre del Baglio, era commerciante di vini a Messina. Antonino Caminiti, che aveva due sorelle, Francesca (sposata col capitano borbonico Benedetto Pavone) e Giulia Maria Teresa, completati gli studi classici a Messina, dal carattere irrequieto e ribelle, divenne “attendibile” della Polizia Borbonica. Così il padre lo mandò a studiare a Parigi alla Università della Sorbona, dove si laureò in Medicina e chirurgia alla scuola dell’insigne prof. parigino Jean-Martin Charcot (1825-93). Finiti gli studi di medicina a Parigi tornò a S.Teresa di Riva.
L’undici maggio 1860 il generale Giuseppe Garibaldi sbarcava a Marsala e tutta la Sicilia si sollevava per quella libertà politica che nel ’48 non era riuscita a conquistare. Anche dalla marina di Savoca, che dal 1854 aveva ottenuto l’autonomia da Savoca con la nascita del comune di Santa Teresa, si pensò di correre in aiuto delle camicie rosse di Garibaldi, e tra coloro che andarono ad arruolarsi si ricorda anzitutto il dott. Antonino Caminiti, col grado di capitano. Nel libro del 1881 “Cospirazione e rivolta”, lo storico Raffaele Villari ricorda il Caminiti come “il più fiero fra i capitani del reggimento del Gen. Corrao all’assalto di Capua”. Sempre dalla marina di Savoca si ricordano: Giuseppe Crisafulli di Angelo, Vincenzo Russo, Santi Storiale detto “La Masa”, Giovanni Cammaroto, Salvatore Gregorio, Santi Spadaro inteso “Volpetto”, Carmelo Donsì, Pietro Longo, Antonino Saitta, Emanuele Saitta, Fortunato Pugliatti e altri.

Smessa la camicia rossa, il Caminiti, divenne capo chirurgo nell’Ospedale Civile di Messina e si dedicò inizialmente alla cura della epidemia di colera, che pochi anni prima aveva colpito Messina e la costa jonica. Sposatosi con la gentildonna Giovanna Musolino, ebbe un figlio di nome Gaetanino. Alla fine della sua gloriosa professione medica, il Caminiti si dedicò alla gestione dei suoi numerosi agrumeti di S. Teresa in località Bucalo e in Furci Siculo, in contrada Santa Marina. A tal proposito, si ricorda che nel 1895, proprio nella sua proprietà in località Santa Marina, fu scoperta una antica tomba, fatta con mattoni lunghi 43 cm, larghi 34 cm e alti quasi 10 cm, che conteneva circa 25 vasetti in terracotta e lacrimatoi. Nel 1878 su progetto dell’ing. Malandrino di Messina si fece realizzare la casa a S. Teresa di Riva in via Regina Margherita, in stile neoclassico proprio adiacente all’edificio (del 1854) di proprietà del cugino Giuseppe Caminiti fu Angelo. Nel 1881 quando venne costruito il campanile della vecchia chiesa del Carmelo, il Caminiti donò, assieme al notaio Giuseppe Crisafulli, le campane che furono ordinate alla fonderia vaticana alla ditta Colbachini di Bassano del Grappa e collocate sul campanile nel 1888, che ancora oggi ci allietano con i loro rintocchi.
Il dott. Antonino Caminiti morì a S.Teresa di Riva nella sua casa all’età di sessantuno anni il 6 settembre 1897 e le sue spoglie riposano nel locale cimitero. Detta casa che in origine era chiamata “casina nobile”, vincolata dalla Soprintendenza di Messina, venne venduta nel 1912, all’asta presso il Tribunale di Messina, perché il figlio del dott. Caminiti, Gaetanino, aveva dilapidato al tavolo verde e con le donnine il patrimonio paterno, villa compresa. Gaetanino morì a Messina nel terremoto del 1908. “La casina nobile” oggi conosciuta come “villa Adelina”, dal nome della moglie dell’acquirente, è in buono stato di conservazione anche grazie agli interventi di manutenzione che i proprietari odierni periodicamente attuano. 


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