Giovedì 27 Giugno 2024
La costituzione del Comune e le modifiche territoriali avvenute nel corso di un secolo


La nascita di Santa Teresa: storia di autonomia, divisioni e diatribe dal 1854 ad oggi

di Paola Rifatto | 20/06/2024 | STORIA

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Da Marina di Savoca a Comune autonomo

Santa Teresa nasce come comune con il decreto n. 404 del 1° luglio 1853, emanato a Gaeta da Ferdinando II di Borbone, re delle due Sicilie. Il decreto stabilisce che “A contare dal primo di gennaio 1854 i quartieri di Fulci, Portosalvo-Barracca e Bucalo, fin qui denominati borgate di Savoca, provincia di Messina, saranno separati dall’amministrazione del comune di Savoca, e formeranno un comune con amministrazione propria e separata, la cui sede sarà nel quartiere di Fulci, assumendo il titolo di comune di Santa Teresa”. Nel decreto si danno disposizioni “perché si eseguano tra detti comuni di Santa Teresa e Savoca le corrispondenti assegnazioni di territorio, la demarcazione delle rispettive confinazioni, la ripartizione de’ beni e de’ pesi patrimoniali in ragione del rispettivo numero di abitanti…”. Il nuovo comune viene chiamato Santa Teresa in onore della seconda moglie del re, Maria Teresa d’Austria. Lo storico locale Emanuele Saitta così commenta tale “scelta”: “I Borboni che vedevano già cancellato il loro nome nel cuore delle popolazioni, cercavano di eternarlo imponendolo ai paesi”. Infatti anche la Marina di Fiumedinisi, che aveva ottenuto l’autonomia nel 1849, era stata denominata, in onore del re, San Ferdinando (Saitta-Raccuglia, Santa Teresa, Ragusa, 1899). Padre Giampietro Rigano ritiene invece che la scelta del nome sia stata determinata, oltre che dall’omaggio alla sovrana, anche dalla devozione a Teresa d’Avila, santa carmelitana. Il nuovo comune ha una superficie di circa 26 kmq: il suo territorio si estende tra le fiumare dell’Agrò e del Pagliara, la popolazione al censimento 1861 è di 2.455 abitanti, che in seguito ad ulteriori trasferimenti dai centri collinari verso la “marina”, aumentano fino a superare al censimento 1901 i 5.000 abitanti. Dopo l’unità d’Italia, con il Regio decreto 18 febbraio 1864, alla denominazione Santa Teresa viene aggiunto il termine “di Riva” per indicare l’esatta posizione geografica del comune, prossima al mare, e per distinguerlo da altri centri omonimi.

Già un anno dopo la costituzione del nuovo comune un ufficio importante, la sede di Giudice di Circondario, da Savoca viene trasferito nell’ex "Marina” (Regio decreto 12 febbraio 1855); dopo un decennio, con Regio decreto 12 giugno 1864 n. 1809, Santa Teresa diviene capoluogo del Mandamento omonimo, di cui fanno parte Antillo, Casalvecchio Siculo, Forza d’Agrò, Limina, Locadi, Roccafiorita e Savoca. Nel 1867, con Regio decreto n. 4127, la sede municipale con tutti i suoi uffici viene spostata a partire dal 1° gennaio 1868 dalla borgata di Furci  a quella di Bucalo, già diventata il vero centro dell’abitato, in un palazzo della famiglia Caminiti. A seguito dello spostamento della sede municipale si determina una situazione di conflittualità con la borgata di Furci, che con Legge 20 luglio 1919 n. 1216 viene costituita in comune autonomo con la denominazione di Furci Siculo (3.094 ab. al censimento 1911). Al nuovo comune vengono concessi con la legge suddetta anche i benefici della tombola telegrafica prevista dalla legge 3 aprile 1913, n. 278, per finanziare la realizzazione di un ospedale. A Furci viene assegnata una parte di territorio ben più estesa (17,85 Kmq) rispetto a quella che rimane a Santa Teresa (8,13 Kmq). In un primo tempo c’è una delimitazione provvisoria del territorio dei due comuni e solo successivamente, con Regio decreto 4 febbraio 1932, n. 143, viene determinato il confine definitivo in conformità alla pianta planimetrica firmata il 27 marzo 1929 dall’ingegnere capo del Genio civile di Messina. Ma dopo aver “perso” la borgata di Furci, Santa Teresa si ingrandisce per la politica di accorpamento dei comuni, perseguita dal regime fascista: con il Regio decreto 29 novembre 1928, n. 2976, “Riunione dei comuni di Casalvecchio Siculo, Savoca e Santa Teresa di Riva in un unico Comune con denominazione e capoluogo Santa Teresa di Riva”, sono aggregati a Santa Teresa i due comuni collinari di Casalvecchio Siculo e Savoca, in declino demografico ed economico e al censimento 1931 la popolazione di Santa Teresa è di 11.000 abitanti. Dopo circa un decennio, con la Legge 22 maggio 1939, n. 861, il Comune di Casalvecchio Siculo (3.204 abitanti al censimento 1936) recupera l’autonomia, ma perde le frazioni di Misserio e Fautarì, che restano con Santa Teresa. 

Savoca deve invece aspettare il Dopoguerra per ottenere l’autonomia dalla Regione siciliana, cui lo Statuto attribuisce competenza legislativa esclusiva in materia di enti locali. La Legge regionale 7 giugno 1948 n. 11 “Erezione a comune autonomo della frazione “Savoca” del comune di Santa Teresa di Riva (Messina)” stabilisce che la frazione Savoca, comprendente gli agglomerati Savoca centro, Barone, Romissa, Santa Domenica, Cucco, Mancusa, Malerba, Rapano, Rogani, Botte, S. Francesco di Paola e Mortilla, Rina inferiore e superiore, Contura inferiore e superiore, è ricostituita a Comune autonomo (2.573 abitanti al censimento 1936). Dal 1948 in poi il comune di Santa Teresa di Riva non subisce più modifiche territoriali, resta solo una contestazione con Savoca relativa a circa 1 kmq di territorio in località Scorsonello. Poiché al momento della ricostituzione del Comune di Savoca non sono state realizzate le procedure per la definizione dei rapporti patrimoniali e finanziari conseguenti alla variazione territoriale, la Regione nel 2007 nomina un commissario ad acta, Giuseppe Terranova, con l’incarico di attivarle. Il commissario incarica l’ingegnere Vincenzo Intravaia per la redazione del “Progetto di sistemazione dei rapporti patrimoniali” tra i due comuni: il documento quantifica in 194mila 984 euro il debito complessivo del Comune di Savoca, calcolato stimando il patrimonio che avrebbe acquisito al momento della separazione. Dopo una fase conflittuale, nel corso della quale il Comune di Santa Teresa con deliberazione consiliare n. 57 del 19 settembre 2013 include nel suo territorio la zona in contestazione (Scorsonello-Cantidati), la vicenda si chiude definitivamente nel 2017 con il raggiungimento di un accordo tra i due enti, che prevede anzichè il pagamento della somma, modalità alternative di estinzione del debito da parte del comune di Savoca. Quanto al territorio in contestazione, non avendo né il Consiglio comunale né il commissario competenza in materia, resta definitivamente al Comune di Savoca. La normativa regionale stabilisce infatti che alle variazioni territoriali si provvede con legge, previo referendum delle popolazioni interessate.


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