Giovedì 21 Novembre 2024
Ecco i documenti che testimoniano l'esistenza di insediamenti nella riviera jonica sin dal 1586


La presenza dei Gesuiti a Sciglio

di Salvatore Coglitore | 25/11/2014 | STORIA

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I Gesuiti, ovvero la Compagnia di Gesù, ordine religioso fondato a Parigi nel 1534 da Sant’ Ignazio di Loyola, già nel 1548, a seguito della bolla papale a firma di Paolo III, si stabilirono a Messina, mentre la loro presenza nella riviera jonica è testimoniata sin dal 1586 nell’allora Marina di Savoca e precisamente a Sciglio (oggi frazione di Roccalumera) e dal 1708 a Bucalo (oggi quartiere di Santa Teresa di Riva). Nella riviera tirrenica, invece, erano presenti a Barcellona Pozzo di Gotto. Tralasciamo le notizie riguardanti il popoloso quartiere Bucalo, poiché già pubblicate nel libro ”Beata Vergine del Monte Carmelo - Storia della chiesa e le origini del culto” (Ed. Help, 2014) e le notizie su Barcellona Pozzo di Gotto, poiché non rientrano in questa breve ricerca.

Le notizie qui pubblicate sono state ricavate dal bando d’asta del 30 marzo 1780, che disponeva la vendita dei beni dei Gesuiti, riportato nel corposo volume “Le grandezze e le glorie del cristianesimo nella Sicilia Orientale e nord Orientale” – 1940, scritto dal cappuccino Padre Giampietro da Santa Teresa, al secolo Giuseppe Rigano (Santa Teresa di Riva 1881- Messina 1950). Chiariamo che l’onza (oncia) è un’antica moneta siciliana, che vale 30 tarì (un tarì equivale a 20 grana) e che col termine “massaria” s’intende un’azienda agricola con terreni coltivati a limoneti, vigneti, frutteti e con fabbricati destinati ad abitazione, magazzini, trappeti, palmenti, fondaci, mulini e con mandrie di pecore, canneti, gelseti, ecc.

1586: la massaria di Sciglio ai gesuiti
I Gesuiti, in data 6 marzo 1586, avevano avuto in dono da Donna Bernarda Mazza una masseria posta nella Marina di Savoca e precisamente a Sciglio. Importante è stata la loro presenza nella Marina di Savoca poiché incrementarono la religione, le attività economiche e commerciali; vi fu, infatti, un lento ma costante aumento della popolazione nella Marina, perchè parecchia gente dai paesi collinari si trasferì e intraprese attività commerciali e agricole, facendo così crescere tra li marinoti il desiderio dell’autonomia amministrativa da Savoca. I Padri Gesuiti rimasero a Sciglio per ben 181 anni e sicuramente influenzarono profondamente la cultura religiosa, agricola e commerciale dell’intero hinterland jonico.

1767: i Gesuiti vengono cacciati dai Borboni
Nel 1767 i Gesuiti furono scacciati dal governo borbonico, regnante Ferdinando I, e tutte le loro proprietà furono confiscate e messe all’asta. L’asta comprendeva tre vaste aree, due nella Terra di Savoca (Sciglio e Bucalo) e una a Barcellona Pozzo di Gotto. Il prezzo base minimo complessivo fu stabilito in 12.000 onze (4.000 onze da pagarsi subito e 8.000 suddivise in rate in 4 anni con l’interesse al 5%). Come già detto, tralasciamo l’elenco dei beni di Bucalo e di Barcellona, poiché non interessano questa ricerca. 

1780: i beni dei gesuiti messi all’asta
Ecco l’elenco dei beni facenti parte della Masseria di Sciglio, così come risulta dall’elenco del bando d’asta del 30 marzo 1780.
“Esiste nel territorio di Savoca e consiste in vigne, ulivi, gelsi, poco terreno seminatario, case con gabelle esistenti in essi amministrati in economia: Massaria nominata di Sciglio. Questa massaria esiste nella furia di mezzogiorno di pertinenza dell’abolito Collegio primario dei Gesuiti di Messina come donatario di Bernarda Mazza, in forma di donazione al 6 marzo 1576 incluso in detto luogo il mulino e trappeto ed altri luoghi comprati cioè uno di D. Domenico Cuglituri per contratto in Notar Flaminio Benevento al 16 maggio 1745 ed altri cinque luoghi pervenuti come per contratto di permuta in detti atti ai 15 gennaio 1746 e ratifica di essi al 23 gennaio suddetto. Consiste la massaria suddetta in vigne, ulivi, frondi, fichi e poco terreno seminata rio”. Tra le righe il cappuccino Padre Giampietro scrive che dal 1751 in avanti della massaria di Sciglio era responsabile il sig. Carmelo Giannetto, nato a Savoca il 7 giugno 1719 e che venne ricevuto dai gesuiti il 2 dicembre 1740, mentre nel 1751 ottenne il grado di curatore della cosa agraria.

Case rurali esistenti in detta massaria di Sciglio locata oretemus agli infrascritti:
Casa terrana, ove al ponte abita mastro Antonino Campagna locatagli per onze 0 e tarì 18;
Altra locata a mastro Antonino Campagna fu Filippo onze e tarì 24;
Altra solarata locata a mastro Giovanni Caponiti per onze 1 e tarì 0;
Casa solarata locata a Biagio Stracuzzi per onze 0 e tarì 18;
Altra locata a Giovanni Di Bella per onze 0 e tarì 20;
Due case solarate locate a mastro Giuseppe Giardo per onze 4 e tarì 15;
Casa terrana locata a mastro Di Gregorio per onze 1 e tarì 0;
Altra locata a Matteo Maccarone per onze 0 e tarì 20;
Altra locata a Angela Stracuzzi per onze 2 e tarì 0;
Altra locata a Giovanni Poliatti per onze 0 e tarì 20;
Altra locata a Giovanni Ciatti per onze 0 e tarì 12;
Altra locata a Giuseppe Caponiti per onze 0 e tarì 18;
Altra locata a Carmelo Parisi per onze 0 e tarì 20;
Altra locata a Giovanni Ricciardo per onze 0 e tarì 18;
Altra locata a Giuseppe Briguglio per onze 0 e tarì 18;
Altra locata a Domenico Flattesi per onze 0 e tarì 10;
Altra locata a Andrea Di Bella per onze 0 e tarì 14;
Altra locata a Pasquale Pugliatti per onze 0 e tarì 15;
Altra locata a Giacomo Starrantino per onze 0 e tarì 12;
Somma totale per onze 8 tarì 72. 

Gabelle nella massaria di Sciglio possedute dagli infrascritti:
Gabella del forno a Giuseppe Liardo onze 5 tarì 0;
Fondaco ad Antonino Caponiti onze 22 tarì 0;
Orto a Cosma Egitto onze 0 tarì 2;
Stazzone a mastro Luciano Molino onze 3 tarì 0;
Molino a Nunzio Polimeno onze 21 tarì 15;
Tesseria a mastro Vincenzo Russo onze 2 tarì 12;
Creta a mastro Luciano Molino onze 0 tarì 15;
Mandra a Francesco Napoli onze 9 tarì 23;
Mangano di seta a Giovanni Pugliatti onze 0 tarì 15;
Somma in tutto onze 75 tarì 22. 

Censi appartenenti alla masseria di Sciglio dovuti agli infrascritti.
Antonino Barbara sopra i suoi affetti onze 0 tarì 11;
Antonino Caponiti sopra un fondo onze 0 tarì 15;
Eredi di Antonino Mazzulo sopra i suoi affetti onze 0 tarì 6;
Don Angelo Todaro sopra i suoi affetti onze 0 tarì 11;
Carmelo Riberto sopra i suoi affetti onze 0 tarì 15;
Don Domenico Spadaro sopra i suoi affetti onze 1 tarì 6;
Cosma Egitto sopra i suoi affetti onze 0 tarì 7;

L’elenco continua con altri due censi che pur appartenendo alla massaria di Sciglio si trovano in luoghi distanti.
"Giuseppe Antonio Trimarchi sopra un luogo consistente in censi, ficare, vigne disperse, terre vacue con casaleno dentro, sito e posto nel territorio di Savoca, nella contrada Catalmo (oggi contrada di S.Teresa di Riva) della quantità di tumoli 7 di terre, 2 occupanti da migliora 5 di vigna ed alberi e tumoli 2 terreno scapolo concessagli per contratto a 3 ottobre 1774 ratificato agli atti di notaro Don Domenico Gaspare Sarci ai 22 aprile 8 indi 1775; Antonino Bucalo sopra un luogo sito e posto nel territorio di Savoca in contrada Rina (oggi fraz. di Savoca), consistente in vigne vecchie da doversi spiantare e rimuovere, altre seminerie, olivare, pirare, celsi, ficare e ruvoli con casa terrana e palmento dentro, alla quantità di tumoli 2,10 terre, cioè: tumoli 6 terre coperte di migliaia 4 di vigne;tumoli 1, terre coperte d’alberi e tumoli 1,3 terreno scapolo per contratto enfiteutico in notar D. Giuseppe Sannò di Messina al 1° giugno 1769, agli atti di D. Domenico Gaspare Sorci ai 12 aprile 1775; Somma il tutto onze 16 tarì 0".

Le decime dei prodotti di alcuni luoghi convicini alla massaria di Sciglio e posseduti dai particolari come:

Contrada Sciglio
D. Cosma Egitto
Nicolò Spadaro
Domenico Stracuzzi
Francesco Polimeni
Antonino Lucchesi
Francesco Riberto
Paolo Riberto
Antonino Rasconà
Francesco Lucchese
Carmelo Mosca
Domenico Andronati
Pietro Garufi
Antonino Campagna
Domenico Tracuzzi
Anna La Rosa
Domenico Crisafulli Carbone
Sebastiano Egitto e figlio Pietro

Contrada Molino
D. Antonino Rasconà

Contrada Mirto
D.Domenico Spadaro
Domenico Garufi
Sebastiano Spadaro Nasca

Contrada Scarafaggio
D. Pietro Giunta

Contrada Pirainazzo
Antonino Arrigo

Contrada Nino
D. Michele Parisi
Antonino Lucchesi

Contrada Scotafai
D. Letterio Argiroffi
D. Domenico Spadaro

Contrada Loviale
D. Giuseppe Romeo
Giovanni Poligatti
Pietro Allegra
Sebastiano Savoca

Contrada Cucco
D. Sebastiano Egitto
D. Antonino Spadaro
Felice Coccio
Francesco La Rosa
Caterina Vecchia
D. Antonino Marisca
D. Matteo Villari
Francesco Riberto
Carmelo Caponiti
D. Vincenzo Crisafulli
D. Antonino Tuccari
Antonino Caponiti

Contrada Lorionella
Francesco Gaspano
Francesco Polimeno
Cosma Di Leo
D. Giuseppe Giunta
D. Sebastiano Savoca
Tommaso Giunta
Pietro Allegra
Antonino Crisafulli
Candiloro Gaspanelli
Antonino Spadaro
Natale Spadaro Celi

Contrada Mirto
P.Cacciola Villa di Cani
Carmelo Riberta
D. Giovanni Giunta

Consistenza economica
Ecco i valori al netto della consistenza economica che si ricava nelle masserie di Sciglio, Bucalo e Barcellona Pozzo di Gotto. Dal coacervo sui libri formato dagli espulsi Gesuiti, risulta lo stato dell’ultimo decennio corso dell’anno 1756 del 5 gennaio a tutto l’anno 1765 al 14 gennaio dedotto dalle spese per l’amministrazione nelle somme di:

- Sciglio 275 onze
- Bucalo 93 onze e 15 tarì
- Barcellona Pozzo di Gotto 261 onze e 25 tarì

Mentre nell’anno 1777-78 si ricavava:
- Sciglio 346 onze 4 tarì e 4 grana
- Bucalo 106 onze e 19 tarì e 8.2 grana
- Barcellona Pozzo di Gotto 200 onze e 22 tarì e 17.2 grana

Si evince quindi che la massaria di Sciglio era quella che rendeva di più.


La gara d'asta vinta dal marchese di S. Leonardo Giovanni Carrozza
All’asta delle tre masserie di Bucalo, Sciglio e Barcellona, si presentarono Don Simone La Rina e Don Domenico Crisafulli in qualità di rappresentanti, per conto di due nobili acquirenti non menzionati. La base d’asta partiva da 12.000 onze e dopo vari rialzi, venne aggiudicata a Don Simone La Rina (per conto del Marchese Giovanni Carrozza) per 13.030 onze.
Secondo quanto scrive Padre Giampietro a suo giudizio la somma complessiva pagata per le tre massarie fu irrisoria. I terreni comprati dal marchese Carrozza vennero dati in massima parte a colonia perpetua e in gabella e coltivati a vigneti e ortaggi. L’unico impegno per il marchese Carrozza fu quello di realizzare dei bastioni (muri di sostegno) per proteggere il villaggio di Sciglio dall’omonimo torrentello.

Cosa rimane oggi a ricordo della masseria di Sciglio?
Ancora oggi nelle campagne di Sciglio esiste una vasta gamma di architettura rurale che andrebbe salvaguardata e valorizzata, come antichi palmenti, trappeti, mulini, pozzi, trafori, vasche d’irrigazione (gebbie) e tipiche case in muratura (penso alla contrada Santu Vitu), e sicuramente molte delle quali erano compresi nella massaria dei gesuiti.
Visto che i Gesuiti avevano questi vasti possedimenti, ci domandiamo dove era ubicato il loro luogo di residenza. Nel suddetto elenco tra i beni messi all’asta non si evince quale di quelle case “terrane” (a un solo piano) o “solerate” (a due piani) messe all’asta possa essere stato il loro luogo di residenza e di preghiera. Ma sempre Padre Giampietro, in un altro capitolo del suo dattiloscritto, parlando di Roccalumera scrive testualmente: ”…i Gesuiti costruirono quell’immenso edificio artistico e panoramico, esistente sul colle, dirimpetto, oggi, (1940) all’Istituto Antoniano di Roccalumera…dove vi sono delle vestige religiose”. Quindi quella che noi oggi comunemente chiamiamo - villa Carrozza o villa San Leonardo, era in origine il luogo di preghiera e l’abitazione dei gesuiti! L’edificio, data le sua caratteristica panoramica mozzafiato, una volta acquistato dal marchese Giovanni Carrozza, venne destinato come sua residenza estiva, facendo eseguire delle modifiche e ampliamenti in base alle sue esigenze personali. Mentre, ancora oggi a Roccalumera a ricordo del collegio dei gesuiti esiste “la via Collegio”, che probabilmente si trovava nelle immediate vicinanze. (le foto di Sciglio sono del gruppo Facebook Xilium Sciglio)

Più informazioni: gesuiti sciglio  sciglio  


COMMENTI

Giuseppe Marisca | il 26/11/2014 alle 10:15:21

Dalla disamina di luoghi, date e nomi, si può evincere che quanto scritto risponda a verità. Sono auspicabili ulteriori approfondimenti. Comunque, complimenti.

Salvatore Coglitore | il 26/11/2014 alle 11:26:45

Per chi volesse approfondire l'argomento: Bernardo Tanucci e i beni dei gesuiti in Sicilia di Francesco Renda - 1974 - dove, tra l'altro, è riportato anche parte dell'elenco dei beni della masseria di Sciglio, qui da noi pubblicato integralmente.

Giuseppe Campagna | il 26/11/2014 alle 15:40:44

Si noti anche il fatto che è ancora presente la cappella della Villa Carrozza edificata certamente dai gesuiti. Per quanto riguarda la toponimo stradale di via Collegio opterei più per un collegamento con l'istituto delle suore cappuccine. Altra interessante notizia è ovviamente quella della denominazione dei territori più vicini al mare col toponimo di Sciglio a conferma di quanto da me riportato a nelle pp. 19-21 di "Sciglio e i santi Cosma e Damiano. Storia, fede e tradizione", che riporto testualmente: "Del 1749 è un contratto di vendita da parte di Caterina Marisca alla Chiesa Madre del Santissimo Rosario di Roccalumera di un: […] dimidium casalenum in / parte copertum situm et positum in territorio / hujus terre in Rure Xcilij contrata Santissimi Salvadoris / confinantem cum alio dimidio dicti Casaleni Johannis / Spadaro fratris dicte venditricis, Domo Dominici / Rascona et via pubblica . Notiamo dunque la presenza nel territorio di Sciglio di una contrada denominata Santissimo Salvatore che può essere identificata con la zona attigua alla Chiesa che allora prendeva questo titolo, e di cui resta traccia nella toponomastica odierna nella piccola via San Salvatore.

Giuseppe Campagna | il 26/11/2014 alle 15:41:44

Per il ‘700 possiamo dunque definire come area scigliese un territorio che va oltre quello che oggi è il nucleo abitativo, e diviso sotto la giurisidizione di più “Terre”, anche se prevalentemente ricadente nel marchesato di Roccalumera; notiamo la presenza di varie denominazioni: sappiamo della divisione in “Scilij Majoris”, quello che è in prevalenza il nucleo abitativo odierno che viene citato nell’atto di matrimonio di Domenico Rasconà e Grazia Spataro del 28 novembre del 1724 che contrassero il sacramento: […] In Ecclessia Sanctissimi Salvatoris / hujus supradicte Terre in tenimento / Scilij Maioris . Citato anche negli atti di Matrimonio di Domenico Spataro e Caterina Crisafulli, di Giacomo Spataro e Garufi e Caterina Spataro ambedue del 1724 e di Andrea Barbera e Grazia Allegra del 1729, ed infine di Giovanni Spataro e Anna Andronaco del 1731 ; della presenza di un territorio definito “Scilij parvuli”, quello Sciglio “piccolo” che nel 1636 compariva nel già citato rivelo di Giuseppe Pittignelli, dove viene attribuito giuridicamente a Pagliara, troviamo menzione nell’atto di Matrimonio del 1725 tra Giuseppe Campagna e Sebastiana Santoro:

Giuseppe Campagna | il 26/11/2014 alle 15:43:34

[…] Ego Doctor in Sacra Theologia Dominum Pla-/cidus Cannella parochus et Archipres-/biterus huius Terre Rocce Alumerie / Rector interrogavi Joseph Campa-/gna filium legitimum; et naturalem / quondam Victorij Campagna et Gugliotta huius / Terre Rocce Alumerie Sponsus ex una; et abitatorem in tenimento Scilij / parvuli jurisiditionis Terre Fluminis Dionisij . Nell’atto dunque troviamo l’attribuzione della giurisdizione su questa parte di territorio alla Terra di Fiumedinisi. Possiamo allora ipotizzare la presenza di due o più territori denominati “Scilij parvuli”, uno dipendente da Pagliara e uno da Fiumedinisi. Da un atto di matrimonio del 1819 tra Francesco Campagna e Maria Saltizzi apprendiamo che: […] ipsi prefati madrimonium contra-/xerunt per verba de presenti in faciem Ecclesia / coram Reverendo Domino Sebastiano Caminiti de Licentia / Parochi in Ecclesia Animarum Purgantium Ruris / Xilii Ora sappiamo che la Chiesa delle Anime Purganti notoriamente sorgeva nell’odierno quartiere Botteghelle della Marina di Roccalumera, che come apprendiamo da quest’atto, a quel tempo veniva denominato come Sciglio; è dunque ipotizzabile che lo “Scilij parvuli” dell’atto di

Giuseppe Campagna | il 26/11/2014 alle 15:44:50

è dunque ipotizzabile che lo “Scilij parvuli” dell’atto di matrimonio del 1725 sia identificabile con questa zona dato che la Chiesa delle Anime Purganti fu dipendenza fino ad un certo periodo dell’Arcipretura nisana. Complimenti a Salvatore Coglitore per l'articolo interessantissimo.

salvatore coglitore | il 26/11/2014 alle 18:02:50

Caro Giuseppe Campagna, tu sei il vero esperto di storia scigliese e quindi puoi, anzi, devi approfondire questa pagina di storia, da me solo iniziata. Per quanto riguarda la denominazione della via Collegio, anche io ho pensato all'istituto delle suore, ma l'emerito prof. Angelo Cascio mi ha indirizzato verso questa ipotesi di un collegio di gesuiti in loco.

Giuseppe Campagna | il 26/11/2014 alle 18:31:18

Grazie per l'apprezzamento, anche se non credo di essere in realtà un vero esperto... comunque rinnovo ancora i complimenti per l'articolo e speriamo di trovare altro sulla storia del nostro comprensorio :)

Giuseppe Marisca | il 28/09/2017 alle 09:18:34

Ancora complimenti a Giuseppe Campagna e a quanti si interessano dello studio storico di Sciglio.

Simone Cardullo | il 05/11/2018 alle 17:06:49

Durante le ricerche per un mio saggio sulle antiche misure siciliane nei vari comuni/frazioni esistenti prima e dopo il 1850, mi sono imbattuto nella frazione di Sciglio. Secondo tutti i post trovati, tale luogo è citato come frazione di Roccalumera.-come cita Giuseppe Campagna "Sciglio fece parte della Terra di Roccalumera che vide la sua genesi nel 1613" - dal DIZIONARIO DELLE COMUNI DEL DEL REGNO DELLE DUE SICILE - UNIFOrMEMENTE ALLA LEGGE DEL PRIMO MAGGIO 1816, ED AL DECRETO DEGLI 11 otToBRE 1817- PRECEDUT0 DALLA CIRCOSCRIZIONE TERRITORIALE, AMMINISTRATIVA,GIUDIZIARIA, ECCLESIASTICA E MILITARE DEL REGNO,COMPILATO PER CURA DI FRANCESCO DI DAS, leggo:Sciglio comune nel circondario di Alì distretto e diocesi di Messina; la sua popolazione è di quaranta abitanti. Quindi la mia domanda di chi frazione effettivamente Sciglio in quel tempo? Grazie

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