La stagione dell’acido citrico in Sicilia: storia de "La Citrica” di Santa Teresa di Riva
di Paola Rifatto | 06/12/2020 | STORIA
di Paola Rifatto | 06/12/2020 | STORIA
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Gli stabilimenti e la sede degli uffici de La Citrica
Agli inizi del ‘900 il settore agrumario in Sicilia era in piena espansione: il prodotto non commerciabile per ragioni di congiuntura o per la scarsa qualità veniva destinato alla produzione di derivati, soprattutto di citrato di calcio. A Messina, il valore delle esportazioni di essenze e di agrocotto superava addirittura quello degli agrumi. La produzione di derivati avveniva prevalentemente in piccole aziende artigianali: nel 1897 in provincia di Messina esistevano almeno 81 fabbriche di agro ed essenze con una forza lavoro di 915 addetti. Nella zona jonica vi erano fabbriche ad Alì, Giardini, Letojanni, Gallodoro, Guidomandri, Itala, Santa Teresa di Riva, Scaletta Zanclea, Taormina (come riporta il volume “Storia dell’industria in Sicilia” di Orazio Cancila-1995, pag. 178) Il citrato di calcio, fabbricato in questi opifici, veniva incettato dalle fabbriche inglesi e tedesche di acido citrico, attraverso l’intermediazione di un ristretto gruppo di esportatori che controllavano il mercato, mantenendo bassi i prezzi del prodotto e conseguentemente degli agrumi. Nel 1908 fu creata, con una legge speciale, la Camera agrumaria, con sede a Messina. Si trattava di un ente pubblico che aveva l’obiettivo di controllare la vendita del citrato di calcio e di assicurare la stabilizzazione dei prezzi, contrapponendo un solo interlocutore al cartello degli acquirenti stranieri. Un anno dopo, nel 1909, azionisti tedeschi e italiani costituirono la Società Anonima Fabbrica Italiana Goldenberg, con sede a Messina, con la convinzione che la Camera agrumaria, al momento di decidere il prezzo del citrato, avrebbe favorito una azienda che produceva in Sicilia. Lo stabilimento fu impiantato nel 1911 a Palermo: la denominazione fu inizialmente “Fabbrica chimica italiana Goldenberg” e in seguito “Fabbrica chimica Arenella”. Seguirono l’Isac (Industria Siciliana Acido Citrico) a Messina nel 1916 e la Sada (Società anonima derivati agrumari) a Tremestieri (Messina) nel 1921. Nel 1925 si aggiunse un’altra fabbrica, la “Citrica S.A.”, che avviò la produzione di acido citrico a Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina. La società fu costituita il 10 giugno 1925 con sede sociale a Torino e stabilimento nella cittadina jonica, in via Sparagonà. Fondata da un gruppo indipendente, la Citrica passò poi sotto il controllo della Schiapparelli di Torino, controllata a sua volta dal gruppo Italgas (Annali di merceologia siciliana, 1934, pag. 85). Ma la vita della fabbrica di Santa Teresa fu breve: verso la fine degli anni venti l’industria dell’acido citrico naturale fu colpita da una gravissima crisi, determinata dalla concorrenza nel mercato internazionale della produzione di acido citrico biologico, ricavato dallo zucchero, anziché dal limone. Il prezzo del citrato, tra il 1929 ed il 1933, scese a livelli irrisori, facendo crollare di conseguenza anche il prezzo del limone. Tra le fabbriche italiane del settore si era intanto costituito un consorzio (Cifac), che decise la sospensione della produzione di acido citrico all'Appula di Milano, all’Isac di Messina e alla Citrica di Santa Teresa, a vantaggio della Sada di Tremestieri e soprattutto della Chimica Arenella. Il 27 febbraio del 1928 venne stipulata una convenzione tra La Citrica e l’Arenella di Palermo, che prevedeva la sospensione dell’attività dello stabilimento di Santa Teresa di Riva, dietro corresponsione, fino al 1938, di un compenso annuo di 730.000 lire. Successivamente l’Arenella, il 7 aprile 1934, comunicava la riduzione del corrispettivo a 400.000 lire, con decorrenza dall'1 marzo 1933 e il 15 novembre 1936 una ulteriore riduzione a 275.000 lire, con decorrenza dall'1 marzo 1936. La crisi era ormai irreversibile: pertanto con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Iri del 2 luglio 1935 venne messa in liquidazione “La Citrica” di Santa Teresa di Riva. Furono nominati due liquidatori, Bruno Padovano e Giorgio Franciosi. L’assemblea straordinaria degli azionisti, tenutasi a Torino il 1 luglio 1936, deliberò di ridurre il numero dei liquidatori da due a uno, a seguito delle dimissioni del rag. Padovano, e di trasferire la sede sociale da Torino a Roma. La procedura di liquidazione si concluse con la cessione degli immobili e degli impianti all’Arenella per l’importo di 472.000 lire. La produzione di acido citrico non fu più ripresa, anche perché la stessa azienda palermitana, dopo aver tratto un temporaneo beneficio dalla chiusura delle altre fabbriche, non riuscì a reggere la concorrenza e, dopo un tentativo di rilancio da parte dell’Iri, fu a sua volta messa in liquidazione e ceduta nel 1940 al gruppo zuccheriero Montesi.