Mercoledì 24 Aprile 2024
Morì nel 1944 e dal 1956 le sue spoglie riposano nel cimitero di Furci


La storia del capitano Francesco Caminiti, il furcese che morì difendendo la Patria

di Salvatore Coglitore | 22/07/2015 | STORIA

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Il corteo dinanzi piazza Sacro Cuore. In alto il cap. Caminiti

Il capitano Francesco Caminiti, nato a Santa Teresa di Riva nell’allora frazione Furci il 29 agosto 1906 da Salvatore e Santa Foti, partito come volontario durante la Seconda Guerra mondiale, rimase mutilato in Albania e successivamente venne promosso tenente e poi capitano per meriti speciali. Morì nel 1944. Dopo dodici anni, in occasione dell’arrivo delle sue spoglie in paese, l’Amministrazione comunale di Furci, capeggiata dall’allora sindaco Carmelo Garufi, nel desiderio di onorare quanti sacrificarono la loro gioventù per il bene della Patria, si rese promotrice di solenni cerimonie funebri. Venne invitata a partecipare, tra gli altri, la sezione di reduci e combattenti di guerra di Santa Teresa di Riva presieduta dal cav. Giuseppe Melita. I funerali furono celebrati il 4 dicembre 1956 alle ore 8,30 nella chiesa Madonna del Rosario, mentre alle ore 15 il corteo funebre si diresse, attraverso la via IV Novembre, scortato da una squadra di soldati della divisione Aosta, al cimitero appena ultimato. La cerimonia, come si nota dalle numerose foto ritrovate, ebbe una notevole e commossa partecipazione da parte dei cittadini furcesi e non solo. Alle ghirlande di fiori seguivano le scolaresche, le associazioni religiose, i combattenti e i mutilati di Furci e di Santa Teresa con i rispettivi labari, e come dicevamo, scortati da un reparto della Divisione Aosta di Messina. Il feretro venne portato a spalla fino al cimitero, dove il sindaco tenne un discorso rievocando la figura del capitano Caminiti, mentre per l’Associazione Famiglie dei Caduti, parlò il signor Sturiale. Intervenne, tra gli altri, anche un giovane padre Francesco Donsì. Presente al funerale anche il prof. Gino Moschella, di S. Teresa di Riva, il quale ricorda che il capitano era sposato con la signora Todaro, di Nizza di Sicilia, e non ebbe figli.
Durante il fascismo aiutò sempre chi ne aveva bisogno anche a rischio della sua carriera militare. Nel tempo libero dava lezioni private di italiano, latino e matematica ai ragazzi, senza prendere mai alcun compenso.

Sulla tomba del capitano, che si trova di fronte l’ingresso principale (che tra l’altro è l’unica sepoltura dove il defunto è posto a terra mentre gli altri defunti sono posti nei loculi), vennero posizionate la sua spada e il suo elmetto, ancora oggi ben visibili. Sulla lapide vi è incisa la seguente frase: QUI GIACE IL CAP. FRANCESCO CAMINITI 1906-1944 MORTO PER LA PATRIA MESTO IL SUO PAESE D’ORIGINE PRIME NE ACCOLSE LE SPOGLIE IN QUESTO LUOGO. Onore al capitano Francesco Caminiti, sacrificatosi per noi e per la Patria durante l’ultima guerra mondiale, che tra l’altro, se ricordo bene, è l’unico defunto in guerra originario di Furci. Bene farebbe l’attuale Amministrazione comunale, capeggiata dal dottor Sebastiano Foti, a intitolargli a ricordo una via.

 

Il corteo con i soldati del V Reggimento Aosta davanti piazza Sacro Cuore 

Più informazioni: francesco caminiti  


COMMENTI

Rita | il 23/07/2015 alle 12:06:27

ogni anno fin da piccola scendevo giu in Sicilia e con i miei ci si recava al cimitero di Furci Siculo a trovare i nostri cari ..c'erano i nonni gli zii gli amici di vecchia data dei miei genitori ..ma io ero attratta da questo bel giovane militare ..la tomba che si trovava all'entrata del cimitero era triste da vedere ...senza un fiore senza un lumino ..niente di niente ..solo appoggiati sulla tomba un elmetto e una spada ..mi metteva tristezza pensare che nessuno gli poneva un fiore ..io dal mazzo dei fiori sceglievo il garofano più bello e glielo poggiavo come a dirgli ..non sei solo dolce militare ...negli anni a seguire anche gli altri hanno iniziato a seguire il mio esempio ..o forse era così che doveva andare ..ed ora eccoti qui mio bel militare solitario ..riposa in pace ...finalmente a te i giusti onori a un uomo che ha combattuto ed è morto per la sua patria

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