Giovedì 21 Novembre 2024
Utilizzato dagli Alleati nell’estate del 1943, rimase alla deriva per mesi


Lo “zatterone” affondato a S. Teresa di Riva: storia di un relitto misterioso

di Fabrizio Sergi | 17/04/2015 | STORIA

6296 Lettori unici | Commenti 6

Un Landing Craft Veichles and Personnel in navigazione

L'estate del 1943 a Santa Teresa di Riva continua a regalare nuovi episodi di storia, mantenendo accesi i riflettori sulle vicende che coinvolsero i soldati alleati, impegnati nella Seconda Guerra mondiale, durante le operazioni di imbarco verso la Calabria. Sono state numerose, in questi anni, le testimonianze raccolte grazie soprattutto alla dedizione dello storico Salvatore Coglitore, che ha ascoltato in particolare i cittadini più anziani, che mantengono vivi i ricordi di quei mesi. Tra queste le notizie relative all’esistenza di uno "zatterone" adagiato sul fondale marino nella zona di via del Gambero. Oggi, dopo svariate ricerche, comparazioni e analisi dei filmati originali dell'epoca, data per certa l’esistenza del relitto affondato dopo il 1944, possiamo anche ipotizzare quale tipo di imbarcazione è sepolta nel nostro mare. Si tratterebbe di una Landing Craft Veichles and Personnel, nota con l'acronimo di LCVP. All'epoca venivano indicate anche come Higgins Boat, dal nome del progettista e principale costruttore. Durante il secondo conflitto mondiale, tra il 1942 e il 1945, ne furono costruite più di 23mila, in diverse versioni, dalla Higgins Industries e da altre ditte che ne avevano la licenza. L'imbarcazione era costruita in ferro e disponeva a prua di una rampa in acciaio che poteva essere utilizzata sia per l'accesso che per l'uscita dei soldati dal mezzo. Di solito i militari salivano a bordo dell'imbarcazione in alto mare, trasbordando da una nave più grande con l’aiuto di una rete posizionata sulla fiancata. Anche i veicoli a motore poteva essere caricati sul mezzo, sempre al largo, grazie alle gru esistenti sulle navi alleate. Lo scafo, lungo circa 11 metri per 3 di larghezza, era costruito principalmente in compensato ed aveva il fondo piatto. Il loro impiego prevedeva che queste imbarcazioni, una volta raggiunta la spiaggia, si arenassero per il tempo necessario allo sbarco, e poi disincagliandosi tornassero verso le navi per un nuovo carico. L'equipaggio degli Landing Craft Veichles and Personnel era costituito da un pilota, un meccanico ed un marinaio. Questi ultimi due, durante le operazioni, svolgevano il compito di mitraglieri utilizzando le due armi di cui disponeva l'imbarcazione. In rari casi veniva imbarcato un quarto soldato che aveva la funzione di segnalatore o di comandante dell'intera ondata di mezzi da sbarco. L'imbarcazione poteva trasportare un plotone al completo (36 soldati) o un veicolo della grandezza di una Jeep, oppure 12 soldati e una Jeep. Gli LCVP viaggiavano alla velocità di 16 km/h (10 mph) e furono utilizzati su tutti i fronti del conflitto, sia nella Campagna del Pacifico che negli sbarchi avvenuti in Europa (Nordafrica, Sicilia, Anzio, Normandia, Sud della Francia). Durante il solo sbarco in Normandia furono impiegati 1.089 LCVP.
Si racconta che la chiatta affondata nelle acque di S. Teresa di Riva fosse adibita al trasporto di legname e che dopo la partenza degli alleati alla volta della Calabria, avvenuta nel settembre del 1943, fu abbandonata non molto distante dalla costa, ancorata nei pressi di via del Gambero, forse per un guasto ai motori. Non si conosce nè la data nè le cause che portarono all'affondamento, ma è certo che avvenne sicuramente dopo il 1944. Negli anni a seguire parte di ferro utilizzato per la costruzione del Landing Craft giunse a riva più volte a causa delle mareggiate che danneggiarono lo scafo e venne recuperato dai residenti per essere poi riutilizzato. Alcuni sub ricordano inoltre di aver intravisto parti del relitto durante le immersioni. Sarebbe interessante conoscerne il punto esatto in cui si trova adesso e riuscire a saperne di più su una storia che ci appartiene e che speriamo non affondi mai com'è accaduto per lo zatterone.

 

Un modello di LCVP

Il tratto di mare dove affondò l'imbarcazione

Più informazioni: estate 1943  


COMMENTI

Giuseppe Nicita | il 18/04/2015 alle 13:04:04

Più volte, nel periodo della mia givinezza sono andato a pescare sopra "U Zattaruni", in corrispondenza dii via del Gambero, erano gli anni '70. In mezzo ai rottami metallici, (si intravedeva benissimo la zona motore e la struttura base della chiatta, i pesci trovavano sicuro rifuggio tra le parti metalliche, pertanto lo scafo rappresentava una zona molto ambita per noi sub dilettanti anche se la profondità (circa 20 metri di fondale e in quel luogo è abbastanza accentuata dalla conformità della costa), impediva spesso le immersioni, vuoi per le correnti, o scarsa visibilità, non tutti i giorni era possibile scendere sopra "u zattaruni". Io in realtà, ricordo il racconto di "don Miciu Puliatti" il vecchio venditore ambulante di giocattoli che, con il suo triciclo attrezzato a piccolo negozio, tutti i pomeriggi percorreva la strada di Santa Teresa e strombazzando richiamava i bambini e le signore invitandole all'acquisto di giocattoli o di prodotti di merceria (aghi, cotone e ditali). Don Miciu raccontava di questa chiatta che in un pomeriggio assolato percorreva parallelamente alla spiaggia il tratto di mare, davanti alla costa a "Pozzo Lazzaro", all'improvviso l'arrivo di un caccia tedesco mette tutti in allarme. Il caccia

Pippo Sturiale | il 18/04/2015 alle 16:34:21

Per un periodo diversi rottami del mezzo erano a vista; addirittura si era formato quasi un tunnel a sezione triangolare in cui si erano ambientate le cernie (ma come sub io ero cecato, non ne ho preso nìmai!). All'incirca era sotto il banco di Sicilia e via del gambero ed era un punto di riferimento.

Fabrizio Sergi | il 18/04/2015 alle 17:15:41

Grazie per questi ricordi!

carmelino crisafulli | il 20/04/2015 alle 00:59:28

io lo so dove si trova affondato il barcone l'ho visto diverse volte e ci ho trovato anni fà anche una bomba a fotma di bottiglia impagliata e poi è stata fatta esplodere al largo dagli arteficieri.

CARMELO NITOPI | il 16/12/2017 alle 12:09:11

SONO NATO NEL 1944 IN UNA FRAZIONE DI S. TERESA DI RIVA. MI SAREBBE PIACIUTO POTER AMMIRARE ANCHE SOLO DEI RESTI DEL ZATTERONE AFFONDATO.

Giuseppe Garufi | il 03/02/2019 alle 16:53:38

Bellissimo lavoro compiuto nel ricordare i tre glorious caduti della Seconda Guerra Mondiale. Io sono lontano da Santa Teresa da ormai 34 anni e accolgo sempre con molto piacere le notizie che mi mantengono in contatto con la mia Terra Natale. Grazie a tutti voi per mantenere i nostri ricordi vivi ed il nostro cuore felice.

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