S. Teresa di Riva. Un appello per salvare la "torre dell'acqua"
di Salvatore Coglitore | 15/09/2016 | STORIA
di Salvatore Coglitore | 15/09/2016 | STORIA
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La torre dell'acqua negli Anni '20 e oggi
A S. Teresa di Riva ancora oggi, a ricordo di quando era “Marina di Savoca”, esistono tre antiche torri di avvistamento: la torre Saracena, la torre del Baglio e la torre Catalmo. Ma quella di cui parliamo oggi è la “torre dell’acqua”, che nel gergo ferroviario è il “serbatoio di accumulo e riserva di acqua in dotazione ai principali impianti ed infrastrutture ferroviarie per le esigenze connesse al servizio”. Ecco alcune notizie generali sulla stazione ferroviaria. La linea ferroviaria nella riviera jonica messinese venne progettata in massima parte a ridosso della Strada statale 114 creando così uno spazio che successivamente venne edificato con una stretta fila di case. A causa di tale disposizione, a S. Teresa si costruirono ben 15 sottopassaggi (di cui 7 carrabili e il resto pedonali) tra la Statale e l’area soprastante la linea ferrata, che, tra l’altro, sono quelli che ancora oggi permettono il collegamento con i paesi a monte. La stazione di S. Teresa di Riva venne costruita al centro geografico del comune (allora la sede municipale era ubicata a Furci) nei terreni di proprietà del marchese Giovanni Carrozza-Pallavicini e sicuramente tale ubicazione incoraggiò ancora di più la richiesta di spostamento della sede municipale da Furci a Bucalo. L’area dove sorge la stazione prima era una vallata e per riempirla e riportarla alla quota attuale venne sbancata una collinetta nel soprastante quartiere Torrevarata (come riferisce il cappuccino Padre Giampietro, 1881-1950). Per rendersi conto dell’enorme quantitativo di terra che venne smossa, basta osservare il dislivello tra la quota della via Regina Margherita, sottostante la stazione ferroviaria, e il soprastante piazzale (circa 7 metri). Nello sbancamento di tale enorme quantitativo di terra vennero trovati i resti di antiche tombe, anfore, lacrimatoi ed altri reperti, tanto che, come ci riferisce il cappuccino “gli operai facevano a gara per impadronirsene”. Chissà se si trattava della necropoli della stazione commerciale di Phoinix, posta, secondo alcuni studiosi, nella zona di Catalmo-Bolina. La tratta ferroviaria Messina-Giardini venne inaugurata il 12 dicembre 1866, mentre il tratto Messina-Catania il 3 gennaio 1867.
Ma torniamo alla nostra “torre dell'acqua”, così definita perché è costituita da una costruzione elevata a forma di torre. Le torri dell'acqua venivano costruite per il funzionamento delle locomotive a vapore, a corredo delle stazioni principali, di quelle poste all'inizio delle tratte ferroviarie in salita e lungo il percorso a distanze strategiche l'una dall'altra. Adiacente alla torre dell’acqua di S. Teresa (ovviamente non più utilizzata) esiste ancora oggi il pozzo, profondo circa 16 metri, dove veniva prelevata l’acqua e pompata nella torre e successivamente immessa, grazie ad una colonna idrica in ghisa composta di una parte verticale a struttura tubolare fissa e da un braccio girevole che terminava con un raccordo curvo verso il basso e rastremato per convogliare l'acqua verso il treno a vapore in sosta (pozzo la cui acqua venne utilizzata dagli sfollati del terremoto di Messina, che erano accampati nell’area di Torrevarata, allora ancora non urbanizzata).
Lateralmente alla torre (lato via Salita Stazione) ancora oggi si può notare l’asta, segnata da tacche, che segnalava il livello interno dell’acqua. La “torre dell’acqua” di S. Teresa venne ricostruita in cemento dopo il terremoto del 1908, poiché l’originaria in lamiera venne danneggiata, ed è l’unica rimasta tra Messina e Giarre. Credo sia doveroso che venga posto il vincolo di salvaguardia da parte della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, poiché, oltre che testimonianza del passato, ormai fa parte del paesaggio circostante. Questo appello va anche all’Amministrazione comunale affinché si adoperi che tale reperto, assieme al pozzo, venga inserito nel redigendo Prg tra le strutture la salvaguardare.