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Frana a Capo Alì, arrivano i rocciatori. I Comitati: "Ennesima vergogna" - FOTO
di Andrea Rifatto | 24/12/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/12/2018 | ATTUALITÀ
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La frana al km 22,750
Arrivano i rocciatori sulla Statale 114 a Capo Alì, per avviare le operazioni di disgaggio e messa in sicurezza della parte di costone franato questa notte alle 4.30, quando si sono distaccati massi e detriti finiti sulla sede stradale. La ditta di Palermo che opera per conto dell’Anas ha raggiunto il km 22,750 per rimuovere le parti di roccia pericolanti e rimaste in bilico. Sull’arteria, sotto la direzione dei vertici Anas presenti con il caponucleo Maurizio Ragazzi e il capocentro di Messina Cristiano Fogliano, è pronta ad intervenire anche un’altra impresa, con un mezzo meccanico, per rimuovere i massi e ripulire la sede stradale così da consentire il ripristino della circolazione. La Ss114, qualora l'intervento dei rocciatori riuscisse oggi ad eliminare il pericolo, potrebbe dunque riaprire al transito già in serata, quantomeno a senso unico alternato. La nota dei Comitati. “Ancora una volta l’ennesima e vergognosa frana a Capo Alì, che alle 4:30 del mattino ha invaso il manto stradale, ancora una volta messa a repentaglio la vita delle persone, ancora una volta gli organi competenti non sono intervenuti efficacemente per porre fine al costante pericolo che incombe su tale tratto della Ss114”. A dirlo sono Giacomo Di Leo del Comitato “No frane” e Francesco Aloisi del Comitato “Divieto”. “Oggi abbiamo eseguito l’ennesimo sopralluogo a Capo Alì per verificare ulteriormente ciò che oggettivamente era prevedibile, come dimostra la corposa documentazione prodotta negli anni dai Comitati stessi, che evidenzia la fragilità del costone roccioso così come è rappresentato dal Pai (Piano assetto idrogeologico), ovvero altissimo rischio idrogeologico. Ancora una volta un disagio evitabile, un prezzo così caro che quotidianamente i cittadini devono pagare. Infatti tale tratto della Ss 114 è percorso da numerosi pendolari che raggiungono il loro posto di lavoro. Laddove manca l’ordinaria manutenzione e il costante monitoraggio, l’interrogativo è d’obbligo – scrivono Di Leo e Aloisi – cosa sarebbe accaduto qualora la frana si fosse verificata in pieno giorno magari colpendo un automobilista, un centauro, un ciclista e/o un pedone? Chi avrebbe pagato per tale palese negligenza e/o omissione istituzionale? E noi ancora una volta vi informiamo che la nostra battaglia non è terminata, subito inizieremo una petizione popolare contro il dissesto del Capo Alì, petizione corredata da esposto denuncia, anche per accertare eventuali omissioni e/o errori tecnici. La risoluzione di tale problema, secondo i tecnici da noi consultati, passa da un triplice intervento: adeguamento idraulico del costone roccioso del Capo, progettazione e realizzazione di più gallerie paramassi da posizionare nei punti critici; ammodernamento delle reti paramassi”.