Martedì 16 Aprile 2024
In carcere due cugini siracusani incastrati dai Carabinieri dopo mesi di indagini


Bomba al Primigi Store di S. Teresa, arrestate due persone - VIDEO

di Andrea | 23/10/2018 | CRONACA

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La fuga dopo il piazzamento dell'ordigno

Due persone sono finite in carcere all’alba di oggi per la bomba esplosa la sera del 5 febbraio davanti al negozio di abbigliamento per bambini Primigi Store di S. Teresa di Riva. Al culmine delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Taormina e della Stazione di S. Teresa sono stati arrestati a Siracusa i cugini Giuseppe Forte, 43 anni e Christian Maria Terranova, 28 anni, rispettivamente in qualità di mandante il primo e di esecutore materiale il secondo, rinchiusi in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica peloritana, guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, per i reati di devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo in concorso tra loro e con una terza persona allo stato non identificata. I due arrestati, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono stati accompagnati nella casa circondariale di Siracusa a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine, avviata nel febbraio 2018 dall’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Taormina, guidata dal capitano Arcangelo Maiello, con la collaborazione della Stazione santateresina comandata dal luogotenente Maurizio La Monica, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Marco Accolla, i cui esiti hanno permesso di comprovare come i due cugini siracusani la sera del 5 febbraio, intorno alle ore 22.30, abbiano fatto esplodere un ordigno rudimentale posto a ridosso della vetrina del Primigi Store, esercizio situato su corso Regina Margherita al centro di S. Teresa. L’attività investigativa - attraverso la captazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali - ha consentito di delineare il movente del delitto scaturito dal profondo rancore nutrito dal mandante nei confronti del proprietario dell’esercizio commerciale.

Le investigazioni hanno consentito di appurare, attraverso la visione delle immagini riprese dal servizio di videosorveglianza di un’attività commerciale adiacente al negozio colpito dall’esplosione, che l’ordigno era stato collocato da due uomini, giunti a bordo di un’autovettura Nissan Micra di colore bianco, che proveniva dalla direzione Messina-Catania. Le telecamere hanno immortalato i due soggetti che hanno parcheggiato il mezzo lungo l’adiacente via Landro e, sono scesi dal veicolo, prelevando da una busta (successivamente sequestrata e repertata) un oggetto non meglio identificato. L’individuo che viaggiava sul lato passeggero, con il volto travisato, ha preso il contenuto della busta ed è corso verso il negozio posizionando l’ordigno davanti la vetrina lato Catania, innescando la miccia. Poi è tornato di corsa verso l’autovettura dove il complice che lo attendeva è partito immediatamente in direzione Catania. La deflagrazione, accompagnata da un assordante boato, oltre a disintegrare la vetrina dell'esercizio, ha danneggiato due automobili parcheggiate davanti, alcune altre vetrine della zona, interessando anche le facciate dei palazzi circostanti che riportavano delle evidenti lesioni.

L’esame delle immagini ha consentito di rilevare alcune caratteristiche peculiari dell’autovettura utilizzata che la rendevano identificabile in quanto era priva del passaruota anteriore sinistro e lo stop posteriore collocato sul portellone non era funzionante. I militari hanno pertanto, visionato numerosi sistemi di videosorveglianza installati negli esercizi commerciali e lungo le arterie che collegano S. Teresa con Furci fino al casello autostradale di Roccalumera e sono riusciti ad individuare la Nissan Micra utilizzata dai malfattori estrapolandone la targa. Dagli approfondimenti investigativi è emerso che l’autovettura era munita di sistema Gps collegato al contratto assicurativo e, pertanto, sono stati acquisiti i dati di posizionamento dell’auto registrati dal sistema di localizzazione. L’incrocio dei dati dei tabulati telefonici dell’utenza, in uso all’esecutore materiale del delitto, con quelli registrati dal sistema Gps installato sulla Nissan Micra, confermavano la presenza dell’arrestato sul luogo del reato. In particolare, il traffico telefonico del telefono in uso all’indagato ha confermato il suo spostamento dalla provincia di Siracusa verso la fascia ionica della provincia di Messina. Alle ore 22.10 il Gps rilevava la Nissan Micra proprio a Roccalumera dove era stata peraltro immortalata dalle telecamere del casello autostradale in orario compatibile con gli spostamenti dell’utenza telefonica. L’analisi dei dati, inoltre, ha consentito di ricostruire che, durante il viaggio di andata verso S. Teresa, la Micra avesse effettuato una sosta nel parcheggio di un centro commerciale ove è avvenuto, verosimilmente, un incontro tra i due cugini come indicato dalla localizzazione delle utenze telefoniche in uso ai due uomini che hanno agganciato la medesima cella telefonica di Catania in quegli orari. La durata del viaggio di andata  è stata di circa due ore e trenta mentre quello di ritorno di circa un ora un quarto.

Le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno altresì permesso di ricostruire il movente, evidenziando che il mandante del delitto, titolare di negozi Primigi siti in provincia di Catania e Siracusa, covasse del rancore nei confronti del collega di S. Teresa, che fungeva anche da capo area per la Sicilia e la Calabria nonché dei vertici dell’azienda che gli aveva ridotto le forniture di merce a seguito delle sue insolvenze nei pagamenti delle precedenti forniture e temesse l’espansione commerciale della vittima che, con l’apertura di nuovi punti vendita, si era posto in aperta concorrenza con lui, cercando di estrometterlo dal mercato.



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